Anche la Corte d’Appello di Palermo ha confermato la decisione del Tribunale di primo grado a favore del sindaco Giovanni Di Giacinto.
Secondo il Tribunale non c’è stata nessuna corruzione da parte del sindaco e anche tutte le altre accuse sono decadute.
Per l’accusa ci sarebbe stato un presunto giro di tangenti e favori, di servizi affidati in cambio dell’assunzione di parenti ed amici. Questo secondo la Procura di Termini Imerese. Ma come detto il Tribunale di Palermo ha ritenuto infondate le accuse contro il primo cittadino.
I fatti si riferiscono al mese di dicembre del 2019, quando per Di Giacinto vennero mosse pesanti accuse.
In quell’occasione in sindaco finì agli arresti domiciliari e con l’assessore alla Pubblica istruzione, Maria Marilena Tomasello. Il terremoto giudiziario coinvolse anche altre persone e che si concluse però in nulla: gli imputati furono infatti tutti prosciolti. Oggi, la prima sezione della Corte d’Appello ha confermato la decisione.
I giudici hanno ritenuto corretta la sentenza del gup Valeria Gioieli, confermando che non ci sarebbero gli elementi per sostenere l’accusa nei confronti di Di Giacinto (difeso dagli avvocati Nino Zanghì e Pietro Siragusa), di Tomasello (assistita dall’avvocato Salvatore Sansone), accusati di corruzione, così come per Antonino Amato, Valentina Tomasello, Marianna Rosalia Cirone, Pietro Guzzo e anche per un’azienda, la Fisma srl.