Dopo il terremoto politico giudiziario quale obiettivi del mondo progressista-democratico per Casteldaccia? Un vero terremoto giudiziario-politico ha scosso l’apparente tranquillità del nostro paese. Sindaco,vicesindaco ed un assessore sono stati sospesi dalla prefettura di Palermo dopo le misure di custodia cautelare emesse dalla magistratura.
Nei prossimi giorni l’assessorato enti locali della Regione siciliana potrebbe nominare un commissario per il disbrigo degli affari correnti, il quale dovrebbe traghettare il Comune di Casteldaccia al voto nella prossima finestra utile. Prima però il Tribunale del riesame dovrà pronunciarsi sulla misura cautelare applicata ai soggetti coinvolti, che in caso di revoca o di modifica, potrebbe consentire in linea teorica l’annullamento della sospensione e quindi il rientro in carica degli indagati. Come tutti non possiamo non esprimere un sentimento di fiducia nella magistratura perché possa chiarire, nel più breve tempo, l’esistenza, o meno, di fatti penalmente rilevanti, così da ridare serenità all’azione amministrativa ed alla comunità.
Mentre la magistratura fa il suo naturale corso per l’accertamento della verità è già partita la campagna elettorale per le prossime comunali. Già girano sui nuovi strumenti di comunicazione inviti a partecipare ad un nuovo progetto di cambiamento con nome della lista già pronto. Personalmente sono convinto che dopo il naturale ed iniziale turbamento per le recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto la vita politica-amministrativa del paese è venuto il momento che la Casteldaccia onesta, democratica, antimafiosa, si ponga il quesito su come fare avvenire una svolta reale in questo paese.
Conosco molto bene per averla vissuta in prima persona prima ( fin da quando presi nel lontano agosto del 1970 la prima tessera del PCI nella storica sezione Andrea Raia, primo sindacalista della provincia di Palermo ad essere ucciso dalla mafia nel dopoguerra), e per averla ascoltata, per gli anni precedenti 1944-1970 dalla viva voce dei protagonisti di allora (Nino Modica, Carlo Oreto, Ignazio Di Domenico, Vincenzo Rizzo) la storia politica di Casteldaccia e quindi so quanto questo paese abbia pagato, anche col sangue, il dominio, con sfumature diverse a secondo del periodo storico, che la mafia con la connivenza del potere politico ha imposto al nostro paese. Nonostante sporadici momenti di ribellione che ha visto partecipare tutto il paese ( una per tutte la marcia dei Valloni di cui a febbraio si celebra il 37* anniversario) Casteldaccia non ha mai saputo esprimere una amministrazione con chiare caratteristiche democratiche progressiste e le conseguenze le paga il paese ancora oggi. Credo che alle prossime elezioni amministrative, sia che si svolgono a breve o a scadenza naturale, è necessario che il mondo politico di centrosinistra e progressista locale deve porsi l’obiettivo di una nuova prospettiva per dare serenità alla comunità casteldaccese e chiari segni di trasparenza amministrativa, evitando che dietro “qualche faccina pulita ed immacolata” il ceto politico da sempre connivente col “vecchio mondo politico locale” proceda ad una operazione di riciclaggio di gattopardiana memoria. Un pericolo reale perché mi dicono che cominciano a girare nei social proposte ,con nome di lista già pronte, che hanno il sapore che tutto cambi per non cambiare niente con un ritorno ad un passato di cui non andare fieri.