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sabato 23 Novembre 2024

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Casteldaccia. Condannati gli imputati della tragedia del 2018. Di Giacinto: “chiarirò la mia innocenza”

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casteldaccia villetta tragedia
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Il Tribunale di Termini Imerese ha emesso la sentenza di primo grado per i tre imputati per la tragedia di Casteldaccia, del 3 novembre 2018, in cui morirono 9 persone, per l’esondazione del fiume Milicia.
Gli imputati sono stati condannati a tre anni di reclusione. Le pene sono state inflitte dal collegio presieduto da Vittorio Alcamo al sindaco Giovanni Di Giacinto, all’architetto e responsabile della Protezione civile comunale Maria De Nembo e al proprietario dell’immobile, Antonio Pace. Decisa anche l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. Il sindaco Di Giacinto è stato comunque assolto dal reato di omissione dì atti di ufficio.
Lo stesso DI Giacinto, attraverso la pagina facebook ha sottolineato che: “tengo a comunicare a tutti i miei cittadini che in me permane la massima serenità sia per la consapevolezza di una mia assoluta innocenza che con tutte le mie forze ho cercato di affermare in questa sede, e che ancor più energicamente cercherò di chiarire nei futuri gradi di giudizio, sia in vista delle imminenti elezioni amministrative che mi vedono, ancora una volta, candidato ad amministrare il nostro amato paese. Mi preme precisare come la predetta sentenza non possa in alcun modo incidere negativamente sulle imminenti elezioni comunali del 28 e 29 maggio.” Il sindaco sottolinea che non esiste l’incandidabilità, la sospensione o la decadenza.

“Nemmeno la stessa interdizione dai pubblici uffici -continua-, pena accessoria, trova oggi applicazione, trattandosi di sentenza non definitiva. Certo che il prosieguo dei narrati eventi giudiziari, per la mia assoluta fiducia nella giustizia, potranno giungere ad una pronuncia assolutoria. Vi abbraccio tutti con affetto ponendo sempre il mio pensiero e cordoglio per le povere vittime di un fatto assolutamente imprevedibile ed inevitabile.”

La villetta era abusiva e una sentenza del Tribunale del 2010 imponeva di demolirla. Un ordine disatteso, tanto che era stata presa in affitto da Giuseppe Giordano e dalla sua famiglia. Vi trascorrevano le festività e i fine settimana.

Nella tragedia persero la vita Francesco Rughoo, Monia, Antonio, Marco, Federico e Rachele Giordano, assieme a Nunzia Flamia, Matilde Comito e Stefania Catanzaro. Secondo la ricostruzione dell’accusa, la tragedia poteva essere evitate. Il Comune sarebbe stato informato dell’allerta meteo ed era al corrente del fatto che la casa fosse abusiva e andava abbattuta. Da qui le accuse per Di Giacinto e De Nembo di omissione di atti d’ufficio (da cui sono stati assolti) e omicidio colposo. Il proprietario dell’immobile, Pace, risponde solo di omicidio colposo. La pioggia ingrosso il piccolo fiume, che straripò trasformano l’immobile in una trappola.

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