E’ stato bloccato alle 15,00 di venerdì pomeriggio, da tre agenti della squadra mobile di Palermo, alla stazione di Bagheria.
Samuele Caruso, 23 anni, stava guardando l’orario dei treni, forse per vedere dove potersi nascondere dopo avere ucciso Carmela Petrucci, 17 anni, nell’androne del palazzo di via Uditore a Palermo e ferito la sorella Lucia, 18 anni.
Il giovane non ha opposto resistenza. Gli agenti con un’azione fulminea lo hanno bloccato e portato via. Dell’operazione era stato messo a conoscenza anche il commissariato di polizia di Bagheria. Gli agenti sono arrivati a lui seguendo le celle del suo telefonino che ne indicavano la presenza nella zona della stazione ferroviaria di via Consolare a Bagheria.
Il giovane solo per caso era a Bagheria, non abitava nella nostra città, come detto in un primo tempo, ma in via Oreto a Palermo. Il padre imprenditore, la mamma casalinga. Frequentava ancora la scuola superiore.
Samuele Caruso era arrivato a Bagheria prendendo il pullman in via Giotto, nei pressi del luogo dell’omicidio. Arrivato a Bagheria si è recato alla stazione, nella speranza di fare perdere le tracce facilmente. Ma non è stato così.
Lucia, la ragazza sopravvissuta all’accoltellamento ha riportato ferite profonde ma secondo i medici non sarebbe in pericolo di vita.
E’ stata lei a fornire ai poliziotti alcune indicazioni sull’aggressore grazie all’intervento del personale di rianimazione del 118 che sono riusciti a mantenerla in stato di conoscenza.
Le due ragazze, figlie di un impiegato della Corte dei conti e un’impiegata della Regione, erano tornate da poco da un viaggio premio della scuola in Inghilterra. I genitori sarebbero stati all’oscuro della relazione della figlia.
Sul luogo dell’omicidio sono arrivate decine di compagne e di compagni di scuola delle ragazze, che si sono abbandonati a scene di disperazione.
Samuele Caruso, dopo l’arresto ha confessato l’omicidio: “Ho perso la testa -ha detto-. Stavamo insieme, ma questa estate mi ha lasciato”.