gli errori si pagano e quando ti sei messo tutti contro , questi, la prima occasione utile, ti fanno pagare il conto con gli interessi.
Forse hai sbagliato per l’eccessiva fretta per la consapevolezza dei problemi e della sofferenza di molti, per la voglia di dare subito una risposta a chi da troppo tempo aspettava e non poteva più attendere.
Forse hai sopravvalutato le possibilità di incidere nella realtà e sottovalutato le dimensioni della rabbia dei ceti più umili, delle zone del paese dove la crisi ha determinato più danni.
La rottamazione era una necessità sentita, ma forse è stata portata avanti in modo schizofrenico e poco coerente, il carisma del leader e’ necessario, ma forse si e’ esagerato in sovraesposizione, la rottura del consociativismo era urgente, ma forse l’assenza totale di dialogo coi sindacati ha nuociuto ed i rimedi sono stati tardivi.
Resto convinto che la riforma non fosse la migliore ma fosse una buon inizio, abbiamo perso una occasione, dobbiamo ancora una volta ricominciare da zero, era meglio ricominciare da tre.
In quei no c’è di tutto: c’è la paura del nuovo, in un contesto in cui il futuro pare più incerto del passato; c’è il “piove governo ladro!” di chi si era illuso in un superamento di uno stallo che dura da troppo e che lascia senza speranza, di chi grida alla vendetta per il permanere di sprechi e privilegi; c’è la delusione per l’annuncio di progressi che riguardano solo una piccola parte del Paese, quella che ha votato si; c’è l’illusione di chi è convinto che cambiando squadra tutto sarà più facile.
Occorreva forse discutere di più con la gente, interpretare e farsi carico del disagio; parlare con onestà delle difficoltà; fare gioco di squadra allargando il cerchio; cambiare condividendo ed includendo, recuperando sempre il meglio, al di là delle appartenenze.
Occorreva quindi determinazione nell’umiltà, nella mitezza e nella saggezza, l’insegnamento di 2000 anni fa, quello Isaia e del Maestro di Nazareth: pace e giustizia debbono camminare assieme! Forse i tempi si allungheranno, ma non ci sono né scorciatoie né alternative.
Alla fine credo che le dimissioni fossero inevitabili ed un voto anticipato doveroso, anche se ritengo che non ci siano in campo alternative migliori o comunque all’altezza del compito, per questo credo che non devi mollare il partito, devi portarci al più presto al congresso e ricandidarti alla guida del pd.
Tu hai più strumenti di valutazione di tutti noi, sei un validissimo giocatore, le sconfitte danno maggiore consapevolezza, non fare vincere la logica del “muore Sansone con tutti i Filistei”,
credo saprai fare la scelta migliore per evitare che una battaglia persa si trasformi in una disfatta e, se possibile, creare le condizioni di una rivincita.
Il quadro uscito dalle urne continua a fotografare un paese diviso in tre, nel quale la rabbia può creare pericolose convergenze populiste, resto dell’avviso che in queste situazioni intervenga con forza l’elemento umano, occorre mettere in campo persone credibili come a Milano e a Cagliari, al di là della casacca, quindi serve il ritorno al Mattarellum, ai collegi uninominali, servono primarie istituzionali, liberarci dalla casta mettendo in campo persone responsabili e competenti.
Abbiamo fatto bene a togliere il tappo a Roma, il M5S si logora solo facendolo governare, solo col governo locale possiamo dimostrare che “il rè è nudo”, non teniamo più in piedi cariatidi per paura che quelli vincano qui o là.
Teniamo il timone sull’obiettivo del governo nazionale e di un rilancio dell’Unione Europea, lì si gioca la partita vera, lì sono in gioco le libertà e i diritti acquisiti, lì è in gioco il futuro dei nostri figli!
Alle prossime elezioni eleggiamo una costituente di 100 professori di Diritto costituzionale , con età compresa tra i 30 ed i 65 anni, affidiamo a loro il compito di restituirci, entro un anno ,le modifiche alla costituzione da portare al voto.
Il coraggio è la virtù di chi vuole vivere, la vita è bella, viviamola con libertà e responsabilità!