di Pino Grasso
A cadere nella tenaglia della “spending review” del Comune che ha tagliato gli affitti, anche il Centro Caritas, dove è ospitata la mensa sociale e quelli dell’associazione “Pro Handicap”. Il provvedimento è stato adottato dall’amministrazione comunale nella speranza, poi risultata vana di rientrare nella spesa e varare il Bilancio di previsione 2012. E immediatamente sono arrivate le critiche da parte del massimo organismo solidaristico cittadino che si è riunito nei gironi scorsi per affrontare l’imprevista situazione. “Prima ci hanno tolto il contributo e adesso anche i locali -dichiara la presidente della Caritas cittadina Concetta Testa– evidentemente non si tiene conto delle necessità di coloro che sono in difficoltà.
Nei locali della mensa cittadina le persone non trovavano soltanto un pasto caldo, ma anche volontari pronti ad accoglierle e a donare una parola di conforto”.
Il parroco coordinatore della Caritas don Francesco Stabile si affida ad un documento che sarà diffuso in tutta la città. “Avevamo chiesto coraggio – afferma – e si è trovato il coraggio di intervenire per poche migliaia di euro contro le fasce più deboli della popolazione che già soffrono perché non c’è lavoro e nessuna politica sociale di contrasto alla povertà. I servizi sociali infatti, come già abbiamo denunziato, da tempo non sono in grado di fare interventi perché non ci sono fondi per loro. Finalmente il coraggio è venuto nel tagliare circa 15.000 euro l’anno di spese di affitto dei locali della Caritas dove c’è la mensa sociale che ogni giorno permette a più di trenta persone di ricevere un pasto caldo, e tra questi una decina di bambini, dove c’è il Centro ascolto che accoglie le istanze delle persone in difficoltà, dove c’è la possibilità di una doccia e di un cambio di biancheria. Viene tagliato inoltre il contributo per l’affitto del locale dell’Associazione “Pro Handicap”, che riunisce più di cento famiglie, nel quale viene offerta l’opportunità di una momento di svago e di socializzazione ai disabili adulti con l’aiuto di volontari, e anche per l’affitto dei locali per gli anziani. Se queste sono le scelte dell’amministrazione, dobbiamo dire che funzionari e dirigenti di settore, che hanno proposto, e amministratori, che hanno approvato queste misure, si devono vergognare di infierire sui più deboli, per pochi denari”. Apre uno spiraglio di speranza l’assessore dimissionario Sergio Martorana. “La legge ci imponeva questo provvedimento – dice ma faremo di tutto per risolvere la questione. Io stesso sono docente di sostegno e conosco la situazione dei disabili che non possono rimanere senza i locali, come pure la mensa che è un servizio fondamentale. Cercheremo una soluzione interna come i locali confiscati alla mafia o non utilizzati”.