Salvo Toscano, giornalista palermitano, caposervizio di “LiveSicilia” e condirettore di “I Love Sicilia”, è appena tornato in libreria con il suo ultimo giallo, edito ancora una volta da Newton Compton, che si intitola “Una famiglia diabolica” e che domani, sabato 20 maggio, a partire dalle ore 18, presenterà a Bagheria, alla Libreria Interno95. Lo abbiamo incontrato per parlarci del suo libro (e non solo).Salvo, a distanza di un anno da “Falsa testimonianza”, regali, come promesso ai tuoi tanti lettori, l’ennesima indagine dei Fratelli Corsaro. Che si svolge a Sperlinga, splendido borgo dell’hinterland siciliano dove, un giorno come tanti, arrivano i componenti di questa famiglia diabolica. Cosa succede?
Succede che nel gruppo di parenti, giunti in paese per riscuotere un’eredità, un componente della famiglia viene ammazzato. Il delitto fa, come di consueto, saltare tutti i piani sulla veloce conclusione delle operazioni di incasso e costringe tutti a rimanere in albergo, a disposizione delle autorità. A questo punto cominciano le indagini parallele dei fratelli Corsaro.
Il tuo racconto è un evidente omaggio ad Agatha Christie. Non a caso, in coda al tuo racconto ringrazi prima degli altri proprio la “zia Agatha”. Una domanda secca: perché, secondo te, per molti di noi leggerla è stato fondamentale?
Perché ci sono stati e ci sono tanti altri autori sicuramente interessanti e importanti ma “la zia Agatha” è senza dubbio la regina del giallo, dotata di una mente sopraffina e di una penna fuori dal comune. Io ho letto decine di suoi romanzi e la trovo una mente, ecco, davvero “diabolica”.
E torniamo ai Fratelli Corsaro. Fabrizio e Roberto fanno due “mestieri” a te molto congeniali. Uno giornalista, l’altro avvocato, possiamo dire che rappresentano le due anime, dapprima della tua formazione e, poi, della tua professione. Riesci, allora, ad esprimere una preferenza per una delle due?
Ho studiato il diritto e lo ho amato. Ma ho amato di più il giornalismo. E l’ho scelto, ma mentre la mia preferenza tra le due possibili strade professionali è netta, tra i due fratelli che, dici bene, impersonano questi due percorsi non riesco e non posso fare disparità.
E adesso voliamo alto, perché mi piacerebbe che tu spiegassi ai lettori perché, tra gli sponsor ufficiali di “Una famiglia diabolica” hai scelto – e li citi spesso – Bud Spencer e Terence Hill.
Perché adoro i loro film e li cito sempre, in tutte le storie dei fratelli Corsaro. Fabrizio Corsaro chiama Roberto “Bambino”, il nome di Bud Spencer in Trinità.
Nel leggere il tuo ultimo libro, sono certo che molti saranno d’accordo con te, nel criticare aspramente la mediocrità della politica di oggi, i radical chic e quanti guardano con sospetto quella che tu chiami “l’affabilità per mestiere”. C’è, allora, modo di lanciare un segnale anche con un giallo che apparentemente sembrerebbe avere l’esclusivo scopo di risolvere il caso?
Nei miei gialli ovviamente critico la società, soprattutto quella borghese, ma lo faccio con lo sberleffo, con la battuta, col gusto del ridicolo. Credo che sia uno strumento efficace, d’altra parte, si sa da secoli che “ridendo castigat mores”.
I tuoi libri editi da Newton Compton sono stati anche tradotti in inglese, per il mercato anglo-americano. Non c’è dubbio che anche “Una famiglia diabolica” seguirà questo percorso importante. Che effetto ti fa sapere che Mark Toscano, palermitano, sbarca nella terra d’Albione proprio con una crime story?
Non so se anche questo romanzo sarà tradotto in inglese. Lo spero, anche per far conoscere ai miei lettori anglofoni, i più affezionati sono gli australiani, le bellezze di Sperlinga e Gangi. E ovviamente di Palermo.
E andiamo alla musica. Ancora una volta, possiamo dire che non hai resistito e, memore delle tue trascorse esperienze radiofoniche, regali ai lettori una colonna sonora di grande pregio. Che attirerà gli amanti del rock e di sicuro piacerà anche ai melomani.
E’ vero, in questo mio ultimo libro ho dato proprio sfogo al mio mai celato amore per la musica. Per questo, spazio da Mascagni ai Blur, passando per il grande Paul McCartney. Con una riflessione sugli stereotipi che mi piace molto.
Nella rassegna delle bassezze umane messa in scena da questa famiglia, sei riuscito ad incastonare un tenerissimo rapporto di amicizia tra Roberto e Valeria. Un rapporto che vede “Una donna per amico” è sempre qualcosa di speciale e, secondo me, all’interno del giallo, un bel regalo per i lettori. Ce ne vuoi parlare?
Valeria e’ la migliore amica di Roberto. E’ la sua sorella mancata. Al loro rapporto prezioso e delicato ho dedicato una particolare attenzione e in questo c’è molto di mio. Io amo molto le mie amiche donne e credo che tra maschi e femmine si instaurino spesso rapporti di complicità meravigliosi alle volte.
Salvo, ci vediamo domani, qui a Bagheria per la presentazione del tuo libro. Vorrei chiudere questa intervista, per la quale ti ringraziamo, con la domanda di rito: c’è qualche possibilità di vedere i fratelli Corsaro in TV?
Sì, torno sempre ben volentieri a Bagheria anche per incontrare con piacere, oltre che i lettori, anche alcuni amici. Per quanto riguarda la TV, vedremo. Mia madre vedrebbe bene una realizzazione televisiva con l’attore Lino Guanciale. Mi dicono sia bravo.