di Martino Grasso
Serata all’insegna della memoria e della commozione, ieri sera al Supercinema. E’ stato ricordato il fotografo Mimmo Pintacuda, scomparsa da due mesi. Per l’occasione è stato proiettato un documentario realizzato dal figlio Paolo. Presenti i figli (Franca, Paolo, Angela, Giuseppe e Laura), tanti amici e molti conoscenti del fotografo. C’era anche il regista Peppuccio Tornatore che con Pintacuda ha iniziato i primi passi dentro la cabina di proiezione del cinema Capitol. “Mimmo è stato il mio maestro -ha detto visibilmente commosso-. Mi ha insegnato i trucchi della fotografia, che poi mi sono serviti per il lavoro di regista cinematografico. Mimmo era una persona straordinaria. Era un genio dell’immagine. E anche un grande osservatore e raccontatore. Era una persona di grande spirito e rigoroso nel suo lavoro”.
Tornatore affonda le mani nei suoi ricordi e per tirare fuori qualcosa di inedito dice: “non l’ho mai visto mangiare. Caffè ne prendeva tanti ma mangiare no. Lavorava tantissimo e non pensava ad altro”. E’ un racconto affettuoso quello che Tornatore traccia del suo grande amico e maestro. “Di aneddoti ne potrei raccontare centinaia -dice- era una persona davvero straordinaria”.
Tornatore ha anche lodato la decisione di affidare l’enorme patrimonio fotografico alla fondazione Alinari a Firenze, sperando che prima o poi si faccia una mostra antologica e ragionata.
Prima di Tornatore era toccato all’ex sindaco Biagio Sciortino e l’attuale sindaco Vincenzo Lo Meo ricordare la figura del fotografo. Nel mezzo anche il ricordo del professore Mimmo Aiello: “era attento alle critiche e ai suggerimenti. Era una persona che sapeva ascoltare”.
Poi è stata la volta di un emozionatissimo Paolo Pintacuda, suo figlio, che gli è stato vicino fino alla fine. “Lo incontro ogni giorno nelle foto -dice con un filo di voce- Lui sopravvive grazie alle sue immagini. Questo permette a tutti di continuare ad averlo come artista e a me permettere di continuare ad avere un padre”.
Il chitarrista Francesco Maria Martorana ha eseguito un pezzo della colonna sonora del film “il Gattopardo”.
Poi è stato proiettato il film, autentico testamento in immagini di un grande uomo di cultura che è riuscito a scrivere tante pagine straordinarie della storia di Bagheria, attraverso le foto che rimarranno per sempre.