di Martino Grasso
E’ strato presentato a villa Aragona Cutò, l’ultimo libro di Paolo Pintacuda, sceneggiatore e scrittore. Il libro si intitola “L’eroe di Paternò”.
Hanno preso parte Massimo Mineo, il regista Federico Cruciani e i responsabili della casa editrice “Il Palindromo””.
Abbiamo intervistato Pintacuda.
Paolo Pintacuda, come è nata l’idea del libro?
“L’eroe di Paternò, come tutti i miei lavori, è frutto di una lunga gestazione, nel caso specifico, iniziata nel 2011 con l’estesa fase di ricerca e culminata nei primi mesi del 2013 con la scrittura vera e propria del romanzo.
Volevo raccontare quella particolare stagione della Storia del nostro Paese, il Risorgimento, senza il filtro del mito ma conservando obiettività e spirito critico. Non dimentichiamoci che è proprio a partire dalla tanto agognata unificazione, capace di cambiare radicalmente la storia d’Italia, che si assiste alla nascita di quella che nel 1873 il deputato Antonio Billia definì la questione meridionale. Dalla Campania alla Calabria, dalla Puglia alla Sicilia l’Unità segna contemporaneamente la nascita di un’era di malcontenti in cui le motivate proteste degenerano purtroppo anche nel brigantaggio, progenitore delle nostre attuali Mafie. Nel giro di poco tempo dalla sua nascita, l’emergenza brigantaggio assume la forma di una vera e propria guerra civile da contrastare in ogni modo, anche con una “repressione talvolta feroce” come ebbe a dire il Presidente Giorgio Napolitano durante i festeggiamenti per il 150° Anniversario dell’Unità
Il mio romanzo ricerca le ragioni storiche che hanno dato origine alla controversa questione meridionale e alle attuali disuguaglianze fra il meridione, in particolare la Sicilia, e il resto d’Italia.”
Chi è l’eroe di Paternò?
“L’eroe di Paternò (che nella realtà non è mai esistito) è Vito Leone, un personaggio complesso e affascinante al tempo stesso. Un uomo di poche parole che ha vissuto le guerre d’indipendenza ma che a un certo punto, all’apice della sua esperienza di legionario della Guardia Nazionale (tanto da diventare un eroe risorgimentale), decide di cambiare e tornare nella sua vecchia campagna fuori Paternò a svolgere il lavoro di barbiere flebotomo. È convinto di essersi lasciato alle spalle quel mondo, ma non sarà esattamente così.”
Tu sei uno sceneggiatore. Questo soggetto potrebbe diventare in film?
“Per me è già un film, è così che me lo sono immaginato scrivendolo seppur in forma di romanzo. Ma per rispondere alla tua domanda posso dirti che naturalmente il passaggio successivo è proprio la trasposizione cinematografica.”
Quali sono le difficoltà per pubblicare un libro?
“Spesso si cerca di capire quali siano le difficoltà come le chiami tu, che un libro incontra prima della sua (non sempre scontata) pubblicazione. La prima e di certo più importante, risiede nella qualità di ciò che viene proposto alle case editrici. Di conseguenza ti rispondo che la più grande difficoltà è la mancanza di umiltà e autocritica di molti che ritengono il proprio lavoro il best seller del ventunesimo secolo. Magari al secondo rigo hai già incontrato strafalcioni che nemmeno un bambino di quinta elementare commetterebbe.
Quei romanzi che per fortuna non rientrano in questa casistica invece devono fare i conti con un settore congestionato, soprattutto se ci si rivolge a case editrici storiche che ricevono centinaia di manoscritti al giorno.”