Presentato il volume “Il palazzo Cutò di Bagheria” di Antonio Belvedere.
Alla presentazione, patrocinata dal comune di Bagheria, erano presenti il sindaco di Bagheria Filippo Maria Tripoli, l’assessore alla cultura Daniele Vella, Sabina Montana architetto phd in storia dell’architettura, docente del liceo classico Croce di Palermo, Antonio Morreale storico, già docente nei licei di Bagheria e Marco R. Nobile ordinario di storia dell’architettura presso l’università di Palermo.
A coordinare l’incontro, alla presenza dell’autore, il professor Domenico Aiello storico, docente del liceo classico Francesco Scaduto di Bagheria.
Il libro di Antonio Belvedere, la cui prima edizione risale al 1995, è stata la prima monografia dedicata ad una delle grandi architetture bagheresi e ha il merito di avere alimentato e promosso il dibattito e il confronto sulle ragioni della conoscenza, del recupero e della messa in valore delle ville di Bagheria. Il testo svolge una trama che coinvolge il lettore e rende conto dell’architettura come palinsesto tutt’altro che inerte, luogo di pratiche sociali e di negoziazione di idee a partire dalla lunga stagione di gestazione. Capitolati di appalto, atti di compravendita, come spesso in Sicilia segnati da dolorose decadenze finanziarie, che colpiscono via via i Naselli di Aragona, i Filangeri di Cutò, i Tomasi di Lampedusa, segnano la storia “umana” dell’edificio, fino alla sua totale decadenza. Con il passaggio in mani borghesi inizia una lunga stagione di manomissioni e danneggiamenti che impongono oggi una riflessione sugli obiettivi che il restauro deve perseguire.
<<Il contributo di Antonio Belvedere è importante per ripensare il nostro rapporto con le ville e il modo di integrarle con la comunità>> – dichiara l’assessore alla Cultura Daniele Vella – <<Nel passato un rapporto conflittuale in cui la città ha invaso lo spazio vitale delle ville oggi un rapporto nel quale le ville devono essere parte vitale della vita della nostra comunità>>.
Per me l’obiettivo della nuova edizione del libro non è il libro stesso ma è Palazzo Cutò>> – dichiara Antonio Belvedere – <<Promuovere la conoscenza è un atto politico. La cultura non è un ornamento, è sostanza. Ringrazio ancora una volta tutto lo staff della Biblioteca e l’amministrazione comunale per la disponibilità. Palazzo Cutò necessita di un nuovo progetto che sappia mettere in valore la sua unicità, che possa ospitare degnamente istituzioni culturali da mettere anch’esse al passo coi tempi come la Biblioteca o l’archivio storico comunale. La città reclama a gran voce che il Palazzo Cuto di domani non sia più separato dal tessuto urbano di cui ormai fa parte. Sto pensando a delle visite guidate della villa da organizzare nei prossimi mesi, spiegando l’opera come se fossimo nel museo di se stessa, ne parlerò con l’assessore Vella>>.