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giovedì 21 Novembre 2024

giovedì 21 Novembre 2024

Bagheria. Massimo Kaufmann: gli scacchi multicolore e la visione del mondo contemporaneo

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giulia balistreri
giulia balistreri
6 minuti

Massimo Kaufmann, nato nel 1963 e residente a Milano, è un pittore e scultore di grande rilievo nel panorama artistico contemporaneo italiano. Con una carriera che spazia tra arte astratta e concettuale, Kaufmann porta avanti una ricerca incentrata sul colore e la percezione visiva, con un’attenzione particolare alla complessità della realtà sociale e culturale che ci circonda. La sua ultima mostra – ospitata a Bagheria, presso Villa Cattolica – offre uno sguardo suggestivo su alcuni dei suoi lavori più recenti, tra cui dipinti astratti e un’opera particolarmente emblematica: una scacchiera multicolore, concepita come metafora della condizione umana.

“L’esposizione che presento a Bagheria include una selezione di 12-13 opere recenti, in gran parte astratte, realizzate con una tecnica che mi piace definire “divisionismo astratto”, spiega Kaufmann.

“Nei miei quadri, utilizzo puntini colorati di dimensioni minime, che insieme formano un’esperienza visiva complessa… Si tratta di un modo di rappresentare il processo stesso del vedere e la percezione cromatica. Mi interessa esplorare come la retina reagisce agli stimoli visivi, e come la nostra percezione del colore si forma e si evolve attraverso l’osservazione. Anche per questo motivo, l’elemento di maggior interesse in questa mostra risiede nella presenza di una delle scacchiere in legno che ho realizzato negli ultimi anni, esposta per la prima volta al Museo del Novecento di Milano circa un anno fa. Da quel momento ho deciso di portarla in giro, per far conoscere questo lavoro che riprende le dimensioni e le tipologie degli scacchi tradizionali, ma con una veste completamente nuova”. Il cuore della mostra, dunque, è questa scacchiera fuori dal comune.

“Non si tratta però di una semplice variazione estetica del gioco, bensì di una riflessione profonda sulla complessità del mondo in cui viviamo”, continua l’artista. “A differenza del classico bianco e nero, nella mia scacchiera ci sono infatti 96 colori diversi. Dunque, non esistono più due fazioni contrapposte, non c’è un chiaro “noi contro loro”. Piuttosto, è un “tutti contro tutti”, che rispecchia perfettamente la frammentazione e la complessità dei conflitti moderni”.

“L’intento risiede proprio nel complicare il gioco, costringendo il giocatore a ricordare costantemente quali pezzi appartengono a chi. È una dinamica che riflette ciò che accade nelle guerre contemporanee e nelle tensioni geopolitiche: è facile perdersi, non sapere più chi è dalla tua parte e chi ti sta contro. Mi viene in mente Paolo Uccello, il pittore rinascimentale che ha rappresentato la guerra con colori vivaci, quasi glorificandola. Anche nella mia scacchiera i colori brillanti nascondono un’immoralità sottostante, perché nonostante l’aspetto apparentemente gioioso, c’è una riflessione sull’illusione di chiarezza morale che spesso accompagna le narrazioni dei conflitti”.

Non solo i colori, anche le pedine degli scacchi hanno una particolare simbologia.

“Non sono solo soldati o guerrieri, ma rappresentano corti e regni, con re, regine, cavalieri e torri, ognuno con un proprio ruolo simbolico e una storia culturale. Penso che il linguaggio influenzi molto il significato che attribuiamo a questi personaggi. Per esempio, ciò che in italiano chiamiamo “alfiere”, in inglese viene definito “bishop”, ovvero vescovo, una figura più diplomatica che guerriera. I pedoni, invece, sono chiamati “peasants”, contadini, in inglese. Questo spostamento semantico arricchisce la comprensione del gioco, e anche quella delle dinamiche di potere che rappresenta”.

La sfida che Kauffman propone ai visitatori è duplice: “In questa “scacchiera dei colori” non è facile mantenere la chiarezza delle alleanze e delle opposizioni, proprio come accade nella vita reale e nelle dinamiche di guerra. Non si sa mai davvero chi sono gli amici e chi i nemici, e questo crea un’esperienza che amplifica la sensazione di conflitto, sia a livello simbolico che visivo”.

La mostra a Villa Cattolica è il frutto di una lunga collaborazione tra Kauffman e il curatore Pietro Drago, come spiega il primo: “Con Pietro si è instaurata un’amicizia più che un semplice rapporto di lavoro. È la terza esposizione che realizzo per lui. Mi aveva promesso di impegnarsi al fine di presentare i miei quadri in questa prestigiosa villa siciliana, e ha mantenuto l’impegno.

Sono felice di poter portare i miei lavori in questo contesto e di offrire al pubblico di Bagheria l’opportunità di entrare in contatto con la mia visione artistica”.

La mostra sarà aperta al pubblico fino al 15 novembre 2024, da martedì a domenica, dalle 09:00 alle 18:00.
È possibile prenotare partite a scacchi chiamando il numero 335.5489880.
Per ulteriori informazioni, si può contattare Drago artecontemporanea al numero 339.6752646.

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