Il Gup del Tribunale di Palermo Paolo Magro, ha condannato otto imputati, di cui sette considerati appartenenti alla mafia di Bagheria e uno prestanome.
Massimiliano Ficano, indicato come capomafia, e i suoi stretti collaboratori Onofrio Catalano e Giuseppe Cannata, sono stati condannati a venti anni di reclusione, a testa.
Salvatore D’Acquisto, 19 anni e 4 mesi, Bartolomeo Scaduto 13 anni e 8 mesi, Giuseppe Sansone 8 anni e 4 mesi, Nicolò Mistretta 5 anni, Antonino Aiello 2 anni, ritenuto colpevole di concorso in trasferimento fraudolento di beni.
L’unica assolta è risultata Giuseppa Aiello.
Il processo si è svolto con rito abbreviato, che dà diritto ad uno sconto di pena di un terzo.
L’accusa era rappresentata dai PM della Dda Giovanni Antoci e Luisa Vittoria Campanile.
Nel processo il Comune si era costituito parte civile, assieme all’associazione Pio La Torre e ad altre associazioni. La vicenda risale al 2021 quando nell’operazione denominata Persefone, vennero arrestai gli indagati con l’accusa di associazione mafiosa finalizzata al traffico di stupefacenti, vendita di armi clandestine, estorsione, lesioni personali aggravate e resti commessi con il metodo mafioso.
L’operazione riuscì ad evitare un omicidio.