E’ stata una testimonianza a tratti drammatica con una platea che ha ascoltato in religioso silenzio.
Lidia Vivoli, viva per miracolo dopo essere stata quasi ammazzata dall’ex compagno la notte del 25 giugno 2012, a Bagheria, ha preso parte all’ultimo incontro organizzato dal gruppo “I Coraggiosi” di Bagheria nei locali dell’Exlibris di via Dante. Ad intervistare la donna è stato Giacomo Aiello.Aiello ha sottolineato che gli incontri sono dei momenti di arricchimento e riflessione in un luogo nato per incentivare la cultura a Bagheria. Ha poi ringraziato Lidia per il coraggio con cui va in giro a testimoniare la sua esperienza.
Lidia Vivoli ha raccontato la sua esperienza con estrema lucidità, ricordando tutti i passaggi della storia che l’ha vista drammaticamente protagonista.
Il suo aggressore è attualmente in carcere ma presto tornerà in libertà dopo avere scontato una pena a di poco più di 4 anni.“Quella notte ha cambiato la mia vita -ha esordito Lidia- Prima conducevo una vita tranquilla. Avevo un lavoro e un uomo che si dimostrava amorevole. Poi ho percepito dei cambiamenti e gli ho espresso la volontà di chiudere la storia durata 10 mesi. Il giorno rima dell’aggressione siamo stati in chiesa a Tindari, poi la sera ha espresso la volontà di dormire da me. Durante la notte è scoppiata la sua furia”.
Lidia racconta dei colpi di padella in testa, le coltellate con le forbici e il tentativo di strangolamento con il filo elettrico.
“Ricordo i suoi occhi. Aveva un volto demoniaco. Io ero sicura che stavo morendo. Mi colpiva con pugni in faccia. Ripenso a quella notte ogni giorno. Gli chiedevo perché mi vuoi ammazzare, ma senza risposta.”
A 5 anni da quella terribile esperienza Lidia si è rifatta una vita, ha un nuovo compagno e anche 2 figli. Racconta la sua esperienza nelle scuole.
Ha però il terrore che l’uomo quando torni in libertà la cerchi nuovamente.
Per questo motivo ha chiesto aiuto alle istituzioni.
“Bisognerebbe creare un fondo per le vittime e i bambini orfani. Le donne vanno aiutate”.
A chi chiede quali sono i campanelli d’allarme Lidia non ha dubbi. E rivolgendosi alle ragazze presenti dice: “bisogna scappare da chi incomincia a chiedere la password, non vuole che uscite con le amiche e chi vi vieta di vestirvi come volete. Non bisogna aspettare lo schiaffo Spesso la prima violenza è anche l’ultima e quella fatale”.