Non ci sarebbe stata resistenza al pubblico ufficiale. A sostenerlo è l’avvocato Calogero Cupani, difensore di Emanuele D’Apolito che insieme a Roberto Piazzese, la notte del 14 ottobre scorso sono stati arrestati per furto d’auto e resistenza a pubblico ufficiale.
I due finirono in manette dopo un inseguimento conclusosi in corso Baldassare Scaduto. L’arresto dei due giovani è stato confermato dal giudice Monica Sammartino, della prima sezione penale del Tribunale penale di Palermo che dovrà successivamente esprimersi.
I due giovani sono stati rimessi in libertà. “Nell’udienza -sottolinea l’avvocato Cupani- sono stati interrogati separatamente i due giovani incensurati, i quali hanno ammesso la loro bravata del furto dell’auto, ma che, in considerazione della colluttazione che sarebbe avvenuta con gli agenti della Polizia, hanno fornito una versione dei fatti totalmente diversa da quella descritta nei verbali dagli agenti.
Dall’interrogatorio di uno dei due agenti il giudice ha riscontrato delle incongruenze con il verbale di arresto e l’imputazione di resistenza. Discordanze che sono risultate ancora più pregnanti allorquando uno dei due giovani (Roberto Piazzese) ha riferito che uscito dalla macchina, è stato bloccato e anche colpito da uno dei due agenti a terra ed ammanettato.”
L’avvocato sottolinea che il giovane ha riportato lesioni al volto con ecchimosi nella regione toracica più trauma contusivo nella regione scapolare destra e cervicalgia. Dopo l’arresto, nel comunicato stampa diramato dalla polizia, si sottolineava che uno degli agenti aveva riportato lesioni e la frattura di una mano.