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sabato 23 Novembre 2024

sabato 23 Novembre 2024

Bagheria. In aumento le denunce da parte di donne nei confronti di compagni o mariti violenti

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bagheria
mimmo barone
domenico barone
6 minuti

La lotta alla violenza di genere è diventata una realtà incontestabile anche per la comunità di Bagheria.
Il motivo di tale affermazione è facilmente desumibile dall’analisi di alcuni dati relativi alle attività connesse alla violenza di genere. Rispetto al primo semestre del 2023 i cosiddetti “codice rosso”, ossia le denunce da parte di donne nei confronti di compagni o mariti, per maltrattamenti, sono stati mediamente quattro al mese, mentre nel secondo semestre, aggiunti i primi due mesi del 2024, sono stati tra i 5 ed i 6 al mese, quindi in costante aumento.

Apriamo una breve parentesi per comprendere meglio le azioni previste dal “codice rosso”, vale a dire l’attivazione di tutte quelle misure di protezione immediate poste in essere dal Pubblico Ministero e dalla Polizia Giudiziaria a tutela delle vittime, tra le quali la più comune rimane quella dell’allontanamento dalla casa familiare della persona che ha subìto violenza, con l’assegnazione di un alloggio segreto temporaneo.

Ma tornando ad esaminare il dato cui prima abbiamo fatto cenno, in prima battuta emergono due aspetti rilevanti. Uno, senz’altro positivo, è delineato dalla presenza di una maggiore consapevolezza e volontà di denunciare da parte delle vittime, denotando un cambiamento nella percezione sociale del fenomeno ma anche un crescente impegno delle Autorità e della società civile nel contrastarlo. Di contro l’altro aspetto piuttosto critico è rappresentato dal fatto che, se un buon numero di donne sta finalmente denunciando le violenze che sono costrette a patire, viene spontaneo pensare che ancora tanti uomini considerano le donne che hanno al fianco come oggetto di sfogo delle loro frustrazioni, considerandosi superiori e legittimati ad infliggere violenza per mantenere il proprio status di comando e di conseguenza deprivandole di qualsiasi forma di autonomia. Donne che soprattutto non devono “sbagliare” (attenzione si tratta di un termine ricorrente usato dagli uomini quando gli viene contestata la condotta violenta) nei loro confronti e per tale motivo vanno a modo loro punite ponendo in essere azioni aggressive per mantenerne il controllo.
Contestualmente ravvisiamo un altro elemento meritevole di riflessione e cioè che quasi la totalità delle donne del nostro circondario che hanno scelto di denunciare, non godono di reddito e quindi non sono economicamente indipendenti, le stesse che per anni sono state costrette a sopportare svariati tipi di violenza proprio per la mancanza di un diverso sostentamento economico.
Pertanto per dare un aiuto concreto alle donne che scelgono di denunciare e che, per di più, non sono autonome dal punto di vista economico, si potrebbe pensare di adottare azioni di aiuto come la prima assistenza legale gratuita fornendo loro sostegno nell’ottenere ordini di protezione o altri provvedimenti legali, ed ancora si potrebbero offrire programmi di formazione professionale e supporto all’inserimento lavorativo per aiutare le donne ad avere un reddito autonomo ed a costruire una vita propria al di fuori delle situazioni di violenza. E’ tuttavia doveroso sostenere che se sono aumentate il numero delle denunce è grazie anche al lavoro fatto dai servizi assistenziali (servizio sociale professionale) e sanitari locali (consultorio familiare) i cui operatori mettono a disposizione servizi di supporto psicologico e sociale per le vittime di violenza, fornendo loro consulenza emotiva, sostegno nelle pratiche amministrative orientamento verso altre risorse utili nella comunità ed a volte accompagnandole personalmente a denunciare.
Questi ultimi operatori andrebbero ulteriormente aiutati nelle loro azioni dalla società civile specialmente dagli uomini, perché no, che potrebbero impegnarsi in azioni concrete come partecipare attivamente a campagne di sensibilizzazione nel promuovere il rispetto reciproco e l’uguaglianza di genere oppure nel cercare di creare una rete di imprenditori e commercianti che possano fornire occupazione, anche temporanea a tutte quelle donne che hanno mostrato coraggio e voglia di cambiamento inoltrando denuncia verso i loro aggressori.
Possiamo quindi concludere che a Bagheria mentre le donne purtroppo continuano ad essere le vittime di questo fenomeno violento, il cambiamento reale potrebbe avvenire con il coinvolgimento attivo degli uomini come alleati e sostenitori con la responsabilità di sfidare gli stereotipi di genere dannosi, di promuovere relazioni rispettose e di intervenire quando sospettano o assistono ad azioni violente.
Se ci impegniamo in un percorso collettivo che coinvolga uomini e donne, possiamo sperare di creare una comunità locale in cui qualsiasi donna possa vivere libera dalla paura e dalla minaccia della violenza.

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