Con una nota, Gino Di Stefano, precisa che dietro le dimissioni del presidente del collegio dei revisori dei conti, Nino Mineo, ci sarebbe un’incompatibilità.
”Nessun impegno di natura personale -scrive Di Stefano-, quanto piuttosto una questione di incompatibilità.
E’ questa la vera ragione che ha indotto l’ormai ex presidente dei revisori dei conti, Nino Mineo, a lasciare il suo incarico anzitempo.
Per questo non si può parlare di dimissioni ma di decadenza dell’incarico.
Il Presidente del Consiglio Comunale faccia immediata chiarezza e si comporti di conseguenza. E’ chiara la sentenza breve del Consiglio di Stato Sez. V del 3.12.2014, che fa riferimento anche all’Art. 235 decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Durata dell’incarico e cause di cessazione)
Nel suddetto articolo di legge è stabilito che “L’organo di revisione contabile dura in carica tre anni e i suoi componenti non possono svolgere l’incarico per più di due volte nello stesso ente locale…”.
Il presidente dei revisori dei Conti, Nino Mineo, ha inceppato in questa normativa, avendo già svolto in precedenza altri incarichi per il nostro Comune.
Una manovra maldestra, molto probabilmente suggerita dall’amministrazione Cinque, quella di far dimettere il Presidente dei revisori dei Conti, per poter garantire a questa Amministrazione, il ritorno al voto in Consiglio Comunale per la sostituzione con un altro uomo di fiducia.
La legge però è chiara e spetterà al Presidente del Consiglio Comunale (che dovrà dimostrare il suo ruolo di garante) farla applicare. In caso di incompatibilità, si deve parlare di decadenza e pertanto si deve procedere allo scorrimento della graduatoria fra i più votati per il ruolo di Presidente del Collegio dei Revisori. Il gruppo consiliare “L’Aquilone “ e “Insieme” vigileranno affinchè venga rispettata la Legge”.