Villa Butera di nuovo al centro dell’attenzione. La villa ha permesso la realizzazione del progetto “Sicilia bedda ru me cori”, in occasione della festa della bandiera siciliana. Protagonisti dell’intero scenario gli alunni della Scuola secondaria di primo grado ad indirizzo musicale “Ciro Scianna”, in collaborazione col V Circolo “Gramsci – Emanuela Loi”.
A coordinare la professoressa Clementina Castrone. E’ stato l’inno della Regione Sicilia a dare il via alla rappresentazione, a cura dei più giovani. Subito dopo un vero e proprio lavoro di squadra. I ragazzi si sono alternati tra canti, testi letterari, danze, proverbi della tradizione e narrazioni. Ovviamente la narrazione principale è stata la storia della Bandiera Siciliana, come da programma. Hanno raccontano che la bandiera venne utilizzata per la prima volta nel 1282, nella Rivoluzione del Vespro. I colori riprendono quelli base della città di Palermo, capostipite della rivolta, e di Corleone, importante centro agricolo del tempo. Inoltre, gli stessi colori appartenevano alla bandiera del Regno di Sicilia. Il giallo e il rosso sono disposti a mò di triangolo isoscele su uno scudo alla francese, appuntati al centro dalla Trinacria e adesso farebbero riferimento il giallo al sole di Palermo e il rosso alla lava dell’Etna.
Hanno parlato anche delle varie dominazioni di cui la Sicilia è stata succube nel tempo. Greci, Romani, Vandali, Ostrogoti, Bizantini, Arabi e Normanni. Il tutto rigorosamente in dialetto siciliano. Un viaggio storico, nel tempo, alla riscoperta delle tradizioni antiche che tutti, patrioti o meno, dovrebbero conoscere. Da qui i racconti di tutta una serie di storie, di Giovanni Meli e Giovanni Girgenti. Una raffica di proverbi, poi, che come patrimonio siculo hanno suscitato nell’auditorio sorrisi e ventate di saggezza. E a seguirsi la recitazione di alcune poesie. Una dedicata ai bambini vittime della mafia ed una, invece, intitolata “A luci ra me terra”, dedicata a chi non avendo una vera conoscenza di questo territorio ne critica la storia e ne fa un’idea sbagliata. E un momento che si è rinvenuto nei tempi più moderni ha visto la presentazione di un famoso colloquio tra Ficarra e Picone che si conclude con la frase “…io non la voglio lasciare questa Sicilia, non la voglio lasciare perché voglio vincere.”
Ha chiuso la bella manifestazione una tarantella un po’ atipica, modificata dai ragazzi con la loro insegnante di ballo. Il progetto si è articolato anche in dei percorsi culturali: “Abbanniata ri sapuri”, “Pupa e culuri ra nostra terra”, “C’era na vota Baarìa” e “Illustri Baariuoti”.
Nella sala Borremans si è tenuta la presentazione del docufilm “Dal carretto siciliano al canto popolare”, in virtù di un progetto finanziato dall’Ass.to regionale BB.CC e la presentazione della rivista “Baarìa Bedda”.
Hanno preso parte anche il sindaco Patrizio Cinque, l’assessore Romina Aiello e il presidente del consiglio comunale Claudia Clemente.
Il sindaco ha parlato della tradizione dei siciliani, che sono figli di vari popoli che si sono alternati nel corso della storia.