di Pino Grasso
Nel giorno in cui la Chiesa celebra il Cuore Immacolato di Maria Santissima, è ritornata sull’altare maggiore, l’immagine dell’Immacolata che tante polemiche ha generato tra i fedeli, compreso un danneggiamento della facciata esterna della parrocchia omonima, meglio conosciuta come le “Anime sante” dove è custodito il simulacro.
Il parroco don Giovanni Basile, accogliendo l’invito dell’arcivescovo, monsignore Corrado Lorefice che lo scorso mese di gennaio dispose che la statua tornasse al suo posto ma dopo una riflessione cittadina comunitaria, una celebrazione a sfondo penitenziale sulle beatitudini e una preghiera mariana per chiedere perdono al Signore, ieri mattina ha fatto trovare ai fedeli la statua al suo posto originario.
Plauso da parte di tanti parrocchiani che hanno potuto riammirare la statua opera dell’artista Quattrocchi sovrastare l’altare maggiore del chiesa.
Ieri sera è intervenuto anche il vicario episcopale don Antonio Mancuso, il quale ha invitato i fedeli al ritorno ad una più autentica Fede ed ha letto il decreto dell’Arcivescovo che ha eretto la chiesa a Santuario diocesano.
“Dopo tanta amarezza un riconoscimento bello ed un evento gioioso – afferma don Basile – adesso attendiamo l’Arcivescovo che ci consegnerà la pergamena”.
La vicenda della statua dell’Immacolata va avanti da almeno quattro anni, da quando il precedente parroco don Massimiliano Purpura, decise di togliere dall’altare centrale la statua per sostituirla con una pala settecentesca, raffigurante le Anime Sante. La statua fu spostata nell’altare laterale del Santissimo Sacramento dove è rimasta fino a ieri mattina. In parrocchia dopo lo spostamento della statua dell’Immacolata, si formarono due schieramenti, quello degli oltranzisti ma anche coloro che sono rimasti vicini al parroco.
Anche i volontari che portano la vara processionale dell’Immacolata i cosiddetti “portatori della Madonna” con una nota si sono dissociati.
Da allora si sono verificati episodi davvero inqualificabili come le scritte intimidatorie sui muri della città, all’indirizzo del nuovo parroco don Giovanni Basile che dopo il suo insediamento non aveva fatto ritornare, (a detta dei contestatori) l’Immacolata al posto originario e il danneggiamento della facciata della storia chiesa con una sostanza indelebile di colore nera (un misto di olio esausto e gasolio), che ha deturpato la facciata della chiesa, risalente alla prima metà del XVIII secolo ed hanno anche rovesciato i grandi vasi di fiori posti all’ingresso del luogo sacro.
Tutte le circostanze sono state sempre denunciate da don Giovanni Basile agli inquirenti che già da parecchio tempo monitorano la grave ed inquietante situazione.