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martedì 26 Novembre 2024

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Bagheria. Due nuove statue in cera al museo del giocattolo. Intervista al professore Piraino

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piraino e statua
martino grasso
martino grasso
6 minuti

Due nuove statue in cera arricchiscono il già nutrito museo del giocattolo e delle cere di Pietro Piraino ospitato alla Certosa di villa Butera, che accoglie anche il museo del giocattolo.
Le statue realizzate recentemente dal ceroplasta, raffigurano una Federico II di Svevia e l’altra un calzolaio di Casteldaccia, Tatiddu, realmente esistito.
Federico II è stato realizzato con l’abito reale e ai piedi un cane, il calzolaio, invece, intento a riparare scarpe. Alle spalle campeggia una targa in legno con la scritta “Tatiddu, consascarpe si, scarparu no.”
Le statue appena realizzate si aggiungono alle 8 fatte negli scorsi anni e che ricordano quelle che si trovavano in origine, realizzate dal principe Ercole Michele Branciforti nel 1795.
Negli ultimi anni ha rifatto, liberamente tratte da alcune foto dell’epoca, le statue del principe Branciforti, Ferdinando IV e la moglie Carolina, intenti a mangiare, il re di Francia, un fratacchione, i due amanti Adelaide e Comingio e per ultimo il servo Kamir intento a spazzare. Le facce, le mani e i piedi sono stati realizzati in cera, come erano quelle originali. Addosso hanno un saio bianco tipico dei frati francescani. Per i corpi sono stati invece utilizzati alcuni manichini.

Il professore Piraino, 79 anni, da tempo soffre di alcuni malanni. Malgrado le difficoltà di salute non ha abbandonato il suo piglio battagliero, soprattutto per la tutela dell’incredibile patrimonio che ha raccolto all’interno del museo del giocattolo.
Il professore lamenta alcune inadempienze relative alle spese di manutenzione ordinarie e straordinarie della struttura. Negli scorsi anni si era persino rivolto al Tribunale di Termini Imerese che gli aveva dato ragione.
“Dal Comune mi è stato detto che non ci sono i soldi necessari -dice-. Io ho affrontato delle spese di tasca mia. Mi riferisco all’impianto di video sorveglianze e alla creazione di un casottino all’esterno, perché i corpi tecnici erano stati realizzati in un ambiente sotterraneo, che però con le piogge finisce sempre in corto circuito. Ho cambiato ben 4 volte l’autoclave perchè spesso siamo rimasti senza acqua. L’acqua è mancata anche per 4 mesi. Qualche giorno fa, per fortuna, è venuto un operaio mandato dal comune per spostare l’attrezzatura nel casottino. Speriamo che le cose si sistemino.”

La pandemia ha purtroppo creato ulteriori problemi. Da tempo sono pochi i turisti che varcano il cancello del museo del giocattolo.
“Si dovrebbe avviare una campagna pubblicitaria per attirare i turisti -dice-. Si potrebbe creare un servizio di navetta, grazie alla quale si potrebbero accompagnare i turisti che arrivano alla stazione di Bagheria, fino alla Certosa. Vorrei ricordare che il museo del giocattolo di Bagheria è stato inserito dal ministero dei beni culturali fra i 6 musei più importanti d’Europa del suo genere.  

La Certosa sorgeva al termine del grande parco sul retro di villa Butera. Il parco venne lottizzato nei primi decenni del secolo scorso e anche la Certosa subì un lento ma inesorabile declino, anche a causa della realizzazione di alcune case popolari ad appena 8 metri di distanza.
La struttura subì il crollo dei tetti e di alcuni muri. Negli ultimi anni è stata acquisita completamente dal Comune e dopo il restauro è stata affidata a Pietro Piraino e al museo del giocattolo.
Il museo del giocattolo ospita 1800 giocattoli e 130 statue in cera. Negli ultimi anni si è arricchito di nuovi pezzi, una trentina di bambole d’epoca.
Alcuni giocattoli sono delle vere rarità come due statuine in terracotta risalenti al 2° secolo Avanti Cristo, ritrovate nella tomba di una bambina e una bambola di terracotta che risale al 1450 Avanti Cristo.
Per ridare nuovo impulso alla struttura, unica nel suo genere, basta poco. Si potrebbe ottenere con il lavoro di tutti, pubblico e privato, ognuno con la prima competenza.

museo cere
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