Risalgono ad almeno 10 anni i documenti andati in fumo nell’incendio divampato ieri pomeriggio nell’archivio del cimitero comunale di Bagheria.
Che si sia trattato di un incendio doloso non ci sono dubbi: pare infatti che sia stato trovato del liquido infiammabile. I documenti bruciati sono soprattutto contratti per l’assegnazione dei loculi. Gli autori probabilmente sono penetrati dentro la struttura dal retro e non dall’ingresso principale. Sarebbero entrati in azione appena la struttura ha chiuso i battenti, intorno alle 18,10.
Le fiamme sono state notate da un fioraio che ha visto il fumo uscire da una finestra e ha chiamato prima un familiare e poi un dipendente. E’ stato anche staccato il contatore dell’energia elettrica per evitare ulteriori danni. In pochi minuti sono arrivati i vigili del fuoco che hanno spento l’incendio che poteva provocare danni anche alla struttura. Le fiamme, particolarmente aggressive hanno completamente distrutto tutto l’archivio. Hanno solo lambito gli uffici amministrativi. Qualche pratica si è infatti salvata. Anneriti i muri esterni e bruciate completamente le porte.
Sul posto sono subito arrivati il responsabile della struttura, la segretaria comunale Domenica Ficano, i dirigenti, il sindaco Patrizio Cinque, alcuni assessori e consiglieri comunali.
Questa mattina gli operai hanno rimosso le macerie con l’ausilio di una squadra del Coinres. Qualche settimana fa ignoti avevano rubato un computer e alcuni attrezzi di lavoro, da rendere difficoltose persino le operazioni di tumulazioni. Il cimitero questa mattina è aperto come sempre.
Molte le persone arrivate nella struttura che guardavano attonite.
Saranno gli inquirenti a fare luce sull’accaduto, cercando anche di capire quali erano gli obiettivi degli autori.
Pare che ci fosse un’inchiesta di carattere amministrativa anche sull’assegnazione dei loculi. Di certo c’è che l’archivio è andato in fumo e sarà difficile riuscire a ricomporlo.
Resta da capire se quest’episodio è legato all’inchiesta, ancora in corso, da parte della Procura di Termini Imerese, che ha preso avvio il 20 febbraio scorso quando i carabinieri della compagnia di Bagheria sequestrarono 4 aree compresa una di stoccaggio in cui venivano ammassate e bruciate delle bare, alcune con resti umane.