Che l’arte della pittura sul carretto siciliano potesse parlare anche al femminile pochi lo sapevano. Eppure c’è una brillante artista che da anni si dedica a dipingere sponde e pezzi di carri. Come i maschi e forse anche meglio dei maschi.
E’ figlia d’arte e fa parte del filone d’artisti straordinari meglio noti come i Ducato.
Lei si chiama Concetta, ha 56 anni, ed è figlia di Minico Ducato, uno dei 4 fratelli della famosa dinastia. Gli altri erano Onofrio, Giovanni e Giuseppe. Tutti purtroppo morti.
Concetta di professione fa l’infermiera, ma il suo cuore è intriso di pennelli, colori e olio di lino.
Lavora, quando può, nella bottega di via Vespucci, a Bagheria.
Alle pareti campeggiano le testimonianze straordinarie del lavoro svolto dal padre, ma anche dagli zii.
I Ducato hanno lasciato un segno a Bagheria e alla Sicilia. Hanno caratterizzato il secolo scorso dipingendo migliaia di carretti che si spostavano in lungo e in largo per la Sicilia, portando alto il nome della nostra cultura.
E Concetta adesso ne è una delle degne eredi.
Ma la sua vicinanza con questa forma d’arte non è stata facile. Per lei che era una giovane donna, dipingere carretti, non era quasi consentito. Il padre infatti non perdeva occasione per scoraggiarla, dicendole che era “roba da maschi”. Ma lei non si è mai persa d’animo e alla fine è riuscita a fare breccia sul padre che le ha aperto le porte della sua arte e insegnato i trucchi del mestiere.
“Seguivo mio padre fin da bambina -dice- Avevo 16 anni e avevo tanta voglia di dipingere. Ero circondata da questa forma d’arte. Mi addormentavo vedendo alle pareti le scene epiche che poi finivano nei carretti. Sono nata con l’odore dell’olio di lino, elemento fondamentale per diluire i colori. Non era facile per me. Le donne venivano messe da parte.”
Adesso Concetta continua l’opera del padre. Ovviamente dando un tocco personale a tutto quello che fa.
La figura di padre Minico le è sempre vicina, come a darle i giusti consigli per andare avanti.
Concetta non ha nessuna voglia di commercializzare le sue creazioni. Le tiene per sè, ma le piace mostrarle.
Ha anche scritto due libri, sull’arte della pittura del carretto e del padre: il primo con la collaborazione del padre Minico e il secondo finito di recente. Entrambi sono per la sola lettura familiare e non sarebbe male se qualche editore potesse pubblicarli in grande scala.
A Natale sogna di dare vita ad una mostra con quadri che rappresentano numerose scene che venivano raffigurate sui carretti e che avevano come oggetto le scene religiose.
Un modo per continuare una tradizione culturale importante che ha visto Bagheria come la culla di un’arte straordinaria che va preservata e tramandata.