I sostituti procuratori Alessandro Picchi e Caterina Malagoli, coordinati dall’aggiunto Leonardo Agueci, hanno chiuso le indagini sulla vicenda dei forestali del distaccamento di Bagheria arrestati nel marzo scorso. Nei prossimi giorni si chiederanno i rinvii a giudizio.
Gli agenti, secondo l’accusa, avrebbero chiesto mazzette per chiudere un occhio sui controlli antiabusivismo e per consentire ad alcuni imprenditori di prelevare materiale per le costruzioni in aree non autorizzate.
Gli inquirenti avevano documentato l’intera vicenda anche attraverso delle intercettazioni. Su disposizione del gip di Palermo, Angela Gerardi vennero coinvolti nell’inchiesta quattro agenti della Forestale in servizio presso il distaccamento di Bagheria e un imprenditore edile, accusati di corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, omessa denuncia ed abuso d’ufficio.Si tratta di Pietro Rammacca, 50 anni, di Ficarazzi e Rosario Spataro, 51 anni, di Palermo, Domenico Bruno, 51 anni di Bagheria, Giovanni Fontana, 52 anni di Villabate e l’imprenditore Rosario Azzarello, 45 anni di Ventimiglia di Sicilia. Altre 13 persone risultano indagate. Secondo gli investigatori alcuni imprenditori mantenevano costanti rapporti con appartenenti del corpo forestale, tra i quali Rammacca e Spataro, in servizio presso il distaccamento di Bagheria per “acquisire vantaggi economici sia dalle loro azioni, che, soprattutto, dalle loro coscienti omissioni”. I due secondo l’accusa sono stati anche intercettati mentre in auto si dividevano i soldi appena estorti ad un costruttore.