Hanno sfidato il freddo gelido per dire “no” all’ecomostro che sorge ad Aspra.
Sono i componenti di Legambiente che si sono ritrovati questa mattina in un sit-in di protesta organizzato presso la struttura che sorge lungo la litoranea di Mongerbino.I manifestanti hanno contestato la volontà d trasformare la costruzione in una struttura turistica da parte della società “Nuova Poseidonia” di cui fa parte anche il sindaco Patrizio Cinque, per un piccolo quota.
A partecipare alla protesta c’erano non solo i membri della sezione Legambiente di Bagheria, coordinati da Luigi Tanghetti, ma anche quelli della sezione palermitana e il Presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna.
“Bisogna provare a recuperare un pezzettino delle martoriate e cementificate coste siciliane, abbattendo l’ecomostro -dichiara Zanna- Noi abbiamo chieso l’accesso agli atti per conoscere bene le carte, pur sapendo che una parte della costruzione è abusiva. Questo diritto fino ad adesso ci è stato negato, così ci siamo rivolti al Tribunale e se servirà ci rivolgeremo alla Procura della Repubblica”.
Il problema dell’abusivismo in Sicilia è un tema ricorrente e riguarda la sicurezza di tutti i cittadini: le costruzioni abusive infatti non fanno che aggravare il già importante dissesto idrogeologico della regione, causando tragedie come quella recente che ha coinvolto due famiglie di Casteldaccia provocando la morte di 9 persone.
Presente anche delegazioni del “Movimentiamo Baarìa”e del Pd Sicilia, con il segretario regionale Davide Faraone.
“Questo ecomostro è inserito in quello che viene chiamato ‘sacco di Bagheria’ degli anni ’60” – continua Tanghetti – “quando si costruiva praticamente ovunque senza tenere conto di alcuna regola. Questa struttura risiede in un territorio ad alta sismicità senza avere alcun requisito anti-sismicità; il piano regolatore generale del Comune ha per altro rilevato una franosità importante della zona. La gravità della situazione è davanti agli occhi di tutti”.
I manifestanti, armati di striscioni e bandiere, hanno affrontato il mal tempo e il vento gelido per ribadire il loro punto di vista sulla questione.
“I bagheresi combattono per ciò che ritengono giusto -afferma Tanghetti- Il problema dei nostri tempi però è che spesso la verità non viene raccontata. Così può succedere che i cittadini non siano ben informati su temi importanti quali quello dell’abusivismo. È importante conoscere e far conoscere la realtà dei fatti. Solo così sarà possibile prendere delle decisioni con coscienza e resposabilità”.
Accanto alla bandiera di Legambiente, i manifestanti hanno attaccato un cartello in cui è raffigurata la zona interessata per come potrebbe essere in fase di ripristino, così da mostrare ai concittadini un’alternativa possibile e sostenibile che potrebbe servire da volano economico pubblico e non privato.