di Martino Grasso
Anche l’edizione di quest’anno della festa di San Giuseppe è finita, con il suo carico di polemiche. Per la verità, sono state molto meno rispetto allo scorso anno, quando la scelta poco opportuna, di un concerto napoletano neo melodico fece scoppiare il putiferio.
La festa di quest’anno si è svolta all’insegna del risparmio, strizzando l’occhio alla qualità e al buon gusto.
Va subito detto che sono stati spesi circa 13 mila euro, tutti recuperati grazie a sponsors, all’autotassazione di deputati regionale (Siragusa e La Rocca) e di sindaco e assessori. Nessun euro è gravato sulle casse del comune.
Le polemiche però non sono mancate, forse in maniera pretestuosa, sollevate da chi pretendeva che la festa non venisse fatta, visto il grave periodo di crisi che la città sta attraverso.
Pensiamo però che molte più critiche sarebbero state sollevate se la festa non si fosse fatta. E inoltre, riteniamo, che anche se per soli 5 giorni, la festa abbia mosso un po’ l’economia cittadina. E’ stato un leggero vento che ha giovato a qualche piccolo commerciante o qualche occasionale ambulante. In ogni caso, qualcuno ne ha tratto dei benefici.
Un contributo lo hanno dato alcune associazioni e numerosi artisti che si sono esibiti gratuitamente, cercando magari di potere ottenere in futuro un ingaggio a pagamento.
Va segnalato su tutti il concerto dell’arpista Rosellina Guzzo e del chitarrista Vincenzo Mancuso che ha alle spalle collaborazioni con personaggi del calibro di De Gregari e Renato Zero.
Non sono mancati momenti culturali, come la presentazione del libro di Giuseppe Morici sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, con le visite guidiate con taglio esoterico nelle vile Valnguarnera, Palagonia e Butera e le attività messe a punto nella villetta Ugdulena che è tornata a vivere.
La tradizione è stata rispettata con il corteo dei carretti siciliani, mentre la tradizione religiosa ha avuto un punto fermo nella processione del simulacro. Il finale è stato affidato, come sempre, ai giochi d’artificio.
Si poteva fare di meglio? Certamente sì. Ma in periodi bui come quelli che stiamo attraversando non possiamo e non dobbiamo sempre e solo lamentarci.