Si è svolto nel teatro comunale di villa Butera una manifestazione per ricordare i 30 anni della strage di Capaci.
L’iniziativa ha preso avvio con la proiezione di un TG di quel tragico 23 maggio ’92 è proseguita con l’Onore ai caduti e l’esecuzione de Il silenzio a cura del maestro trombettista Antonino Treviso che ha poi diretto i giovani studenti dell’Ensamble della scuola media Ciro Scianna che hanno eseguito magistralmente 4 brani tra i quali “La grande porta di Kiev”, gran finale della famosa suite Quadri di una esposizione del compositore russo Modest Petrovič Musorgskij per ricordare anche quanto sta accadendo in Ucraina.
“Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene” è quanto diceva Borsellino ed è quanto hanno fatto oggi gli studenti della Direzione didattica Luigi Pirandello, gli alunni dell’Istituto Comprensivo Ignazio Buttitta che hanno proiettato due video che sono stati pubblicati sul sito web del Comune e gli studenti del Liceo Francesco Scaduto.
La cultura tutta si è mobilitata per celebrare questa giornata e la memoria di Falcone e le attrici ed insegnanti di teatro Rosamaria Spena ed Enrica Volponi di Casa Teatro hanno proposto una toccante interpretazione della lettura di un brano da “L’inferno. Profondo Sud, male oscuro” di Giorgio Bocca.
Presenti anche tra le associazioni la Consulta Giovanile con il suo presidente Federico Guzzo, la Comunità Terapeutica Casa dei Giovani con il direttore Biagio Sciortino, e naturalmente rappresentanti delle Forze dell’Ordine e nello specifico il capitano dei Carabinieri Francesco Battaglia con il maresciallo Gaetano Vergara, il capitano Francesco Vitolo con il luogotenente Carlo Frangetta della Guardia di Finanza, ed il sostituto commissario della Polizia di Stato Domenico Barone che hanno portato delle interessanti testimonianze ai ragazzi per spiegare loro quanto diceva Falcone: “Se vogliamo combattere efficacemente la mafia, non dobbiamo trasformarla in un mostro né pensare che sia una piovra o un cancro. Dobbiamo riconoscere che ci rassomiglia”, ci assomiglia quanto cerchiamo raccomandazioni, ci assomiglia quanto chiediamo favori clientelari e quanto li concediamo, ci assomiglia quanto vogliamo saltare turni, code, quando in una sola frase mettiamo in atto comportamenti illegali.
All’evento era presente anche una rappresentanza di Consiglieri comunali e Giovanni Busetta figlio della vittima di mafia Pietro Busetta.
Ed è quanto ha ripreso il sindaco Filippo Maria Tripoli nel suo discorso di chiusura della manifestazione: “Oggi a Bagheria, come in altri territori, la mafia è presente! infatti quando un ragazzo muore per overdose, è la mafia che lo uccide. Ci sono ragazzini di 11, 12 anni che fanno uso di crack, sono le nuove vittime della mafia. E allora non possiamo abbassare l’asticella della legalità» – e racconta dei progetti e le iniziative messe in campo dall’amministrazione per lottare contro la droga con il progetto “Non è roba per te“, con la riqualificazione di piazza Butera che era diventata una zona di spaccio.
«Diamo un aiuto alle Forze dell’Ordine denunciando!» – conclude il primo cittadino di Bagheria –«oggi forse grazie alle stragi del 92, abbiamo commercianti che denunciano, dobbiamo farlo tutti contro l’illegalità».