Nel sentiero dei sentimenti trovo il richiamo per essere pellegrino del mondo. Qui, m’immergo nella natura di smagliante bellezza e trovo l’Arte!
Solo in rare occasioni l’arte contemporanea ci seduce al primo sguardo, poiché quasi sempre il vero valore non appare in superficie, come invece è nei dipinti di artisti che rappresentano la realtà nuda e cruda. Questi pittori realisti dimenticano che, già alla fine dell’Ottocento, tale compito è stato espropriato dalla macchina fotografica, proprio come era avvenuto molti anni prima con l’invenzione della scrittura, che ha sostituito l’immagine delle caverne quale mezzo di comunicazione.
Il riferimento alla lettura delle opere contemporanee è a quelle dipinte da artisti che indagano la sfera intima dell’anima, artisti che hanno come principale missione quella di elargire emozioni. A questa categoria di Artisti appartiene Elio Cassarà, personalità dal sostrato culturale della Magna Grecia, ma che guarda con introspezione la società d’oggi. Infatti, Cassarà indaga “l’anima” delle cose e delle persone, traducendo le emozioni in differenti tonalità di colori, ora calde, ora fredde a secondo che si trovi a Palermo, Venezia, Berlino, Mosca o in qualsivoglia altra città del mondo, ma sempre col comune denominatore della bellezza o se preferite l’a.r.t.e., Amore, Ragionamento, Tradizione, Estasi. Un acronimo scritto da Valerio Adami per la sua mostra a Bagheria, che riporto insieme all’auto definizione del suo lavoro, perche non avrei potuto descrivere meglio le opere di Elio Cassarà – “Disegno poi immergo il disegno nella luce (es.: colori freddi se è l’ora del mattino, colori caldi se la luce è della sera.) In una terza fase modello il rilievo dei corpi con brevi tratti di colore d’ombra sotto i contorni, ma non per disegnare le ombre; e per ultimo riprendo il contorno nel dargli forza e unità tattile”.
È sorprendente notare come le affinità culturali della pittura astratta di Cassarà si sovrappongono a quelli della pittura figurativa di Adami, a tal punto da richiamarmi alla mente questa mia riflessione: “L’arte è tutta astratta”.
“I capolavori sono opere d’arte che cambiano il mondo e pertanto considerati beni dell’umanità. Sono capolavori: “Guernica” di Picasso, “Crocifissione” di Guttuso, e così via.
Le opere d’arte sono quelle che si estrapolano dalla moltitudine dei dipinti quando questi hanno una forte identità; esse ci erudiscono e ci danno un’”altra” visione del mondo, rendendoci uomini e donne migliori.
I semplici quadri sono manufatti non ascrivibili all’arte, in quanto sono solo complementi d’arredo.
Detto ciò si intuisce che la vera missione dell’arte è solo astratta. Per questo, a costo di vi sembri un paradosso, voglio dire che figurativo e astratto sono termini convenzionali, che noi critici usiamo per agevolarci il lavoro; mentre l’importanza dell’opera d’arte è data principalmente dall’autenticità del messaggio ed è per questo che con l’ausilio del pensiero filosofico si potrà considerare astratta “Guernica” di Picasso, al pari di un “Concetto spaziale” di Lucio Fontana”.
Potrei, cosa che faccio, smettere qui di parlare del lavoro di Cassarà, che con i suoi “titoli non titoli” affida il magistero della lettura delle sue opere al fruitore, dato che, per fortuna, non è stato ancora inventato il lettore automatico dell’anima.
La foto: “45 21”, 2021. Olio su lino, cm 70×130