Chiusi i bar, i ristoranti, tutti i negozi di vendita al dettaglio. Chiusi i centri commerciali, i parrucchieri, i centri estetici. Chiusi i mercati di ogni tipo.
Il nuovo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte rende l’Italia una sorta di “grande Wuhan” ma salva i servizi essenziali: non solo i negozi che vendono alimentari ma anche trasporti pubblici, poste, banche, servizi assicurativi.
Conte illustra il decreto in una diretta Facebook da record per visualizzazioni (330mila contemporanee) dopo un lungo e delicato confronto nel governo e dopo aver – sebbene non ci siano conferme ufficiali – sentito il Quirinale.
Non tutti nella maggioranza erano convinti sulla serrata totale (a spingere per l’inasprimento in primo luogo il Pd) ma il decreto, di fatto, salva alcune priorità per il galleggiamento dell’economia italiana permettendo alle fabbriche di restare aperte (ma con adeguate misure di sicurezza) e lasciando attive le attività relative al settore agricolo, zootecnico senza che collassino le filiere agro-alimentare.