L’atmosfera della vita quotidiana delle ville settecentesche bagheresi, tornerà a vivere questa sera nel giardino di villa Palagonia. Saranno riproposti i sapori dei signori siciliani, nei pranzi ufficiali e nelle grandi riunioni conviviali, nell’ambito della manifestazione Verdello Fest.
Sarà anche presentato il libro di Mario Liberto, giornalista, “La cucina dei Monsù nel regno delle Due Sicilie”.Si riproporranno come recupero della memoria dell’identità storica. In collaborazione con l’associazione CulturaLab si rappresenterà una scena teatralizzata con abiti d’epoca della presentazione dei dolci tipici serviti nelle tavole dei nobili siciliani dell’epoca.
L’attore Pietro Buttitta interpreterà il Principe di Palagonia che con dei monologhi riporterà alla quotidianità della vita della Villa scandita dalla preparazione dei pranzi da parte del Monsù figura presente nella case di tutti i nobili siciliani del ‘700.Monsù fu un appellativo, derivante dal francese “Monsieur” ovvero Signore (a Napoli e dintorni, erano invece detti Monzù).
Il Monsù era colui che dava il tocco di eleganza ed originalità alle pietanze, signore e capo della cucina, e che si contraddistingueva dagli apprendisti. Alcuni di loro raggiunsero grande fama fino ad essere trattati alla stregua di artisti ed i nomi di alcuni di loro sono giunti fino a noi, in quanto il titolo di Monsù era motivo di orgoglio e si tramandava da padre in figlio.
Il professore Luigi Romana proporrà la preparazione della granita secondo i metodi tradizionali del 700 utilizzando ghiaccio e sale.
Prevista anche una degustazione del gelo di melone aromatizzato con dalla fragranza del fiore di gelsomino.
Gli organizzatori sottolineano che “la storia del sorbetto e della granita è fortemente legata alla Sicilia la sua etimologia potrebbe derivare dalla parola araba “sherbet” (bevanda fresca). Dalla Sicilia ebbe dunque origine la fortuna del sorbetto e del gelato che si diffuse in tutta Italia ed in Europa In Sicilia si incontravano le condizioni ideali con le quali si potevano realizzare sorbetto i e granite. Si poteva infatti raccogliere neve in abbondanza sulle montagne (dalle Madonie) dove d’inverno scendeva copiosa. Fatte scendere a valle in ceste rivestite di paglia e sale marino, portate a dorso di mulo in città, durante la notte, era deposta in profonde cantine dove poteva conservarsi per parecchi mesi.”