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giovedì 28 Novembre 2024

giovedì 28 Novembre 2024

Sicilia, stipendi a rischio per i comunali. Anche a Bagheria la situazione è in bilico

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I comuni siciliani corrono il rischio serio, a settembre, di non potere pagare i dipendenti. Tutto questo a causa della diminuzione delle somme erogate dalla Regione Siciliana.
L’allarme viene lanciato con un articolo pubblicato oggi dal Giornale di Sicilia firmato di Riccardo Vescovo che ha anche sentito il sindaco di Bagheria Vincenzo Lo Meo
Il presidente dell’associazione dei Comuni siciliani, Giacomo Scala in apertura dell’articolo dice «siamo pronti a impugnare ogni singolo provvedimento del governo regionale se non ci garantirà i trasferimenti».
L’estensore dell’articolo, sottolinea che “i sindaci sono costretti a tagliare all’estremo la spesa e ad aumentare i tributi, e  adesso lanciano l’allarme: a settembre potrebbero essere a rischio persino gli stipendi dei dipendenti comunali.”
Secondo Scala « a luglio diversi municipi sono riusciti a stento ad assicurarli  tra agosto e settembre il problema si allargherà a macchia d’olio in tutti i Comuni». L’articolo continua dicendo che “è l’effetto della scure sui trasferimenti statali e regionali, ai quali si aggiunge a cascata il blocco della spesa della Regione a causa dei vincoli del patto di stabilità. In sostanza Palazzo d’Orleans ha già raggiunto il tetto imposto da Roma e ha congelato le uscite. Ma tra le somme bloccate, ci sono pure i capitoli di bilancio relativi al Fondo delle autonomie locali.
L’assessore regionale Nicola Vernuccio è sul piede di guerra e nella giunta di giovedì chiederà che le somme vengano assicurate: a fronte di una necessità di almeno 120 milioni, il dipartimento può predisporre una spesa massima di circa 12 milioni. Insomma, la spesa della giunta dovrà essere rimodulata secondo le priorità dei vari dipartimenti. E sull’argomento è intervenuto il presidente di Confindustria Palermo, Alessandro Albanese: «Bisogna fare una scelta politica chiara – dice – bisogna puntare su investimenti produttivi, che creano ricchezza e fiscalità, invece che continuare a pagare precari senza prendere una posizione netta. Per esempio a che servono 27 mila forestali se gli incendi poi si moltiplicano e non riusciamo a fronteggiarli? Ripeto, serve una scelta e gli industriali ritengono che la Regione debba puntare sulla produttività».
In questa sfida sulle risorse, i sindaci rivendicano la possibilità per gli enti locali di allargare le maglie della spesa per altri 171 milioni di euro. «Questa concessione – dice Scala – è stata prevista a luglio nel provvedimento nazionale della spending review. È una conquista che ci spetta ma la Regione ha congelato. Siamo pronti a dure forme di protesta perchè a rischio è la tenuta del sistema delle autonomie locali». Tradotto, significa che molti Comuni stanno già rischiando il fondo del barile per garantire il funzionamento della macchina amministrativa.
A Bagheria il sindaco Vincenzo Lo Meo mostra grande preoccupazione: «Al momento – spiega – possiamo spendere solo grazie alle anticipazioni di cassa e abbiamo una scopertura massima del conto in banca inferiore a sette milioni. Appena caricheremo gli stipendi dei circa 500 dipendenti del Comune e di quelli del Coinres, che gestisce la raccolta rifiuti, raggiungeremo il limite. A settembre senza nuove somme si bloccherà tutto. Siamo assediati dai creditori, verso i quali abbiamo due anni di ritardi nei pagamenti».
Sempre nel Palermitano, Partinico è l’emblema delle difficoltà che stanno affrontando i Comuni: «C’è un problema di liquidità – dice il sindaco Salvo Lo Biundo – a luglio abbiamo pagato per miracolo gli stipendi, ad agosto non siamo certi su come rimedieremo».
Ad Agrigento il sindaco Marco Zambuto sta cercando di affrontare l’emergenza assieme ai sindacati e alla cittadinanza: «I trasferimenti al Comune sono calati di otto milioni – spiega – una cifra enorme. Non svolgo più attività colturali con soldi del bilancio, abbiamo ridotto al minimo le manutenzioni. Cerco di garantire come prima cosa sempre gli stipendi, ma l’ente oltre a 700 dipendenti si trova davanti al nodo di 300 precari» E a Caltanissetta la Cisl ha avviato una campagna d’informazione sostenendo che a rischio sono servizi come l’assistenza agli anziani e gli asili nido.”
 

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