Prima di parlare della nascita del gioco a pronostici abbinato ai risultati dei campionati di calcio, mi sembra opportuno accennare alla situazione dei massimi tornei calcistici, subito dopo la seconda guerra mondiale.
Nel 1942-43 (terzo anno di guerra) si disputa regolarmente il Campionato di serie A, mentre in B saltano diverse gare specie sul campo del Palermo. Per una opinabile decisione della Lega, infatti, il Palermo viene escluso dalla prosecuzione del campionato perché le squadre del Nord erano impossibilitate a raggiungere Palermo per motivi bellici.
Nelle stagioni 1943-44 e 1944-45, l’attività sportiva resta sospesa sia in serie A, sia in serie B. Nel 1946-47, il Palermo, che ne aveva diritto, viene ammesso al Campionato di Serie B, unitamente al Siracusa. Parte anche la serie C.
Con l’inizio regolare dei Campionati di Calcio, e precisamente il 22 settembre 1946, si gioca la prima schedina del Totocalcio, con la gestione del gioco affidata alla SISAL. Come e perché si arrivò a questa gestione?
Nel 1945, il CONI (acronimo del Comitato Olimpico Nazionale Italiano), fondato nel 1914, era in completo dissesto, tanto che a liquidarlo era stato chiamato l’avvocato Giulio Onesti, anche perché nulla si poteva pretendere dal Governo che aveva cose ben più importanti da ricostruire!
La SISAL (acronimo di Sport Italia Società A responsabilità Limitata), costituitasi in quel periodo, presentò al CONI un progetto che prevedeva un concorso basato sui risultati del Campionato di calcio. Il gioco fu ideato dal giornalista Massimo Della Pergola con la collaborazione di Fabio Jegher e Geo Molo definiti i “padri della Sisal”. In breve (4 gennaio 1946), il Ministero avallò quella proposta e il CONI ne affidò la gestione alla SISAL che, già il 5 maggio dello stesso anno, propose il primo concorso con 12 pronostici e 2 di riserva, con una sola colonna al costo di lire 30.
Da allora si cominciò a dire “jucari a sisula” e fino a poco tempo fa si diceva così. Nacque anche il famoso modo di dire “Ma chi pigghiasti a sisula?” (Hai forse vinto al Totocalcio?). Questa la domanda un po’ provocatoria che veniva e viene rivolta ancora oggi a una persona quando ci si accorge che spende più di quanto si ritiene che possa permettersi.
Il radiocronista palermitano Nicolò Carosio fu il primo alla radio a parlare di 1X2.
Con il 19 settembre 1948, il gioco passò sotto la gestione diretta del CONI e, nel tempo, si ebbe un vero e proprio boom, anche perché fu possibile passare alle schedine a più colonne, ai sistemi interi e ridotti, fino all’avvento della computistica. Sulle giocate, Il CONI tratteneva per sé circa ¼ degli introiti per finanziare tutte le attività sportive tramite la F.I.G.C.
Da quella data, la SISAL continuò a gestire solo il Totip, basato sulle corse dei cavalli. Oggi la stessa Società gestisce anche il Superenalotto dopo che l’Enalotto, in mani al CONI, era caduto in bassa fortuna. Ma, ripeto, ancora oggi SISAL è quasi sinonimo di Totocalcio, gioco, comunque, che fino a venti anni fa rappresentava un rito familiare; ci si riuniva in ufficio o al bar con gli amici e attorno al tavolo di casa con moglie, figli, nonni, zii… e si pronosticava, a volte litigando sul segno da mettere.
Quanto meno era un gioco che, senza spendere tanto, ci consentiva di sognare, di sperare e di fare progetti. Oggi solo pochissimi continuano a giocare al Totocalcio perché tale concorso è stato sopraffatto da una moltitudine di giochi e di scommesse on line alcuni dei quali a risultato simultaneo. Alla caduta inesorabile delle giocate ha dato un colpo bene assestato il cosiddetto “spezzatino” con la disputa delle gare in diversi giorni, a volte da venerdì al lunedì, e in diverse ore.
Ma, c’è di più. Da qualche mese si dice che il Governo voglia eliminarlo, a meno che non si trovi una nuova formula per rilanciarlo, visto che negli ultimi anni il montepremi rispetto ai tempi d’oro sembra addirittura ridicolo.
Anche la nostra squadra di calcio, in passato, è stata inclusa ben cinque volte in schedine Totocalcio, e precisamente:
il 6 gennaio 1955 Gioiese – Bagheria 0-0 X Campionato di Quarta Serie
il 10 aprile 1996 Bagheria – Messina 2-0 1 Camp. Naz. Dilettanti
“ “ “ “ Bagheria – Messina (Totogol) “ “ “
Il 16 giugno 1996 Vigor Lamezia – Bagheria (totogol) Torneo dell’Amicizia 0-0
Il 23 giugno 1996 Bagheria – Messina (totogo) Torneo dell’Amicizia 1-3
Anche a Bagheria, certamente, ci sono state schedine vincenti multimilionarie; da ricordare la vincita realizzata con il concorso Totocalcio n. 51 della stagione calcistica 1985-86, nella ricevitoria La Caravella di Domenico Rizzo (dove di pomeriggio ero io a preparare le carature), con oltre 146 milioni di lire. Si trattava di una schedina a caratura che realizzava oltre al 13 (114.856.000) anche nove dodici (3.542.000 X 9= L. 31.878.000) per un totale di L. 146.734.000. Si trattava di un sistema integrale di 9 doppie equivalente a 512 colonne per un costo di lire 409.600; ogni quinto costava lire 82 mila. Di conseguenza, ogni quinto vinse oltre 29 milioni di lire. Ma, i quinti acquistati per intero furono soltanto due. Inizialmente il sistema, per rendere le carature di più facile vendita e acquisto, era stato suddiviso in sistemi più piccoli di 6 doppie. In poche parole nella spezzettatura del sistema gli acquirenti più fortunati trovarono esposti gli altri tre quinti della caratura con il tredici e sei dodici, mentre in altre carature c’erano altri quinti vincenti con il solo dodici.
Per quanto riguarda una mia vincita sostanziosa, dobbiamo risalire alla stagione calcistica 1990-91. Era il primo giorno del mio “ingaggio” al bar Ester con l’incarico di preparare i sistemi a caratura, ed era anche il giorno (7 settembre) della riapertura dello stesso dopo le ferie estive. Gli avventori erano pochissimi. Cosa potevo fare? Ho inserito al computer un sistema di 6 triple e 6 doppie e un solo segno fisso, l’uno del Napoli (ai tempi di Maradona) che giocava in casa con il Cagliari. Cominciai a condizionarlo. Il sistema integrale sarebbe costato oltre 37 milioni di lire. Intendevo ridurlo in modo che non costasse più di 10-15 mila lire. Ho dovuto inserire ben 35 condizioni per ridurlo a 21 colonne e al costo di 16.800 lire. Stampai le schedine e dissi ad Antonio Notaro addetto alla validatrice di giocarle. La domenica seguii alla radio tutto il calcio minuto per minuto e alla fine uscì fuori una colonna con molte sorprese, tra le quali il 2 del Cagliari a Napoli. Controllai ugualmente le mie schedine e sorprendentemente vi trovai un 12. Il tredici vinse 330 milioni, io mi dovetti accontentare – per modo di dire – di quasi dieci milioni. Se il Napoli avesse vinto, il tredici, secondo gli esperti, avrebbe preso da 80 a 100 milioni. Pazienza! Da allora in poi più nulla, anche perché alcuni anni dopo lasciai definitivamente i miei impegni totocalcistici.