Protesta pacifica degli studenti bagheresi. Per le strade cittadine circa un migliaio di loro ha percorso in corteo oggi le strade di Bagheria.
In testa, ben visibile, uno striscione che recita “Non emigrare, resta per lottare”, firmato dal coordinamento studentesco bagherese, che unisce studenti di tutte le scuole superiori del comune: il Liceo Francesco Scaduto, il Liceo Giuseppe D’Alessandro, l’I.T.E.T. Don Luigi Sturzo, l’Istituto d’arte Renato Guttuso e l’I.P.S. S.D’Acquisto.
Erano presenti, inoltre, striscioni di tutte le scuole di Bagheria.
“Da quando abbiamo deciso di organizzarci in coordinamento -dichiara Anna Fricano, studentessa del liceo scientifico D’Alessandro- abbiamo avuto modo di confrontarci sulle svariate problematiche di cui soffrono le scuole di Bagheria, cercando di raggruppare quelle condivise e trovare pratiche comuni per lottare contro questi problemi.
“Da quando abbiamo deciso di organizzarci in coordinamento -dichiara Anna Fricano, studentessa del liceo scientifico D’Alessandro- abbiamo avuto modo di confrontarci sulle svariate problematiche di cui soffrono le scuole di Bagheria, cercando di raggruppare quelle condivise e trovare pratiche comuni per lottare contro questi problemi.
Le problematiche sono davvero tante: l’ultimo taglio del governo alla scuola pubblica è di 100 milioni di euro, e mentre Salvini parla di sicurezza nelle scuole noi continuiamo a fare lezione in strutture dichiarate non idonee, con il rischio che ci crollino addosso; le entrate delle scuole sono sommerse dall’immondizia, e i riscaldamenti non saranno assicurati per tutti questo inverno. Non possiamo restare inermi di fronte a questi oltraggi al nostro diritto allo studio. Non subiremo più tutto ciò in silenzio, è ora di svegliarci e manifestare il nostro disappunto. Bagheria si sta svegliando.”
“La situazione al liceo Scaduto è la più problematica in assoluto- dichiara Federico Di Leonardo, studente dello stesso liceo- uno dei due plessi è già stato dichiarato non idoneo alla nostra presenza e continuano a manifestarsi diversi problemi strutturali. Già un anno fa ci siamo mossi manifestando davanti al palazzo della provincia, ma le promesse che ci sono state fatte si sono dimostrate parole al vento! Siamo stanchi di non ricevere risposte, noi non ci arrenderemo. Ci auguriamo avvenga una vera e propria rivolta popolare come in Francia; i francesi ci hanno dimostrato che la lotta paga. Il corteo di oggi é solo l’inizio della nostra lotta, non ci fermeremo a questo, vogliamo una scuola sicura ed è quello che otterremo.”