Il Comune non dovrà pagare gli oltre 14 milioni di euro che erano stati richiesti dall’azienda municipalizzata di Palermo dell’Amia, per i 7 anni che vanno dal 1999 al 2006, per l’utilizzo della discarica di Bellolampo per il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani.A stabilirlo stata la Corte d Appello di Palermo che nei giorni scorsi ha rigettato l’appello proposto dalla curatela del fallimento Amia Spa in liquidazione, avverso la sentenza del Tribunale di Palermo del 21 ottobre 2010.
A difendere il Comune di Bagheria stato l’avvocato Claudio Trovato.
L’azienda municipalizzata dell’Amia aveva proposto appello alla sentenza del tribunale di Palermo del 2011.
Con una nota il sindaco Patrizio Cinque ha accolto favorevolmente la sentenza della Corte d’Appello: “ringrazio l’ufficio legale del Comune diretto dalla dottoressa Vincenza Guttuso, l’avvocato Trovato ed i membri dell’organo straordinario di liquidazione che hanno lavorato in sinergia per difendere al meglio l’Ente da me rappresentato.
E’ una sentenza importante perché la somma in gioco è consistente. Il fatto di non essere soccombenti in questa causa ci consente di affrontare le conseguenze del dissesto con più tranquillità”.
Il Comune di Bagheria dunque, secondo questo giudizio, non dovrà pagare alla curatela di Amia la somma di oltre 14 milioni di euro, esattamente 14.160.220,13 euro oltre gli interessi e le spese legali per il servizio di smaltimento rifiuti solidi urbani conferiti dal Comune di Bagheria negli anni 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2006. La pretesa creditoria è stata dunque ritenuta insussistente e priva di fondamento non essendo stati ritenuti legittimi i relativi provvedimenti amministrativi.
Il Comune nel dicembre del 2006 si era opposto al decreto ingiuntivo emesso qualche settimana prima, con il quale il Tribunale di Palermo aveva imposto al Comune di pagare in favore di Amia Spa la somma dei quasi oltre 14 milioni di euro, per il servizio di smaltimento RSU presso la discarica di Bellolampo e non quella di Bolognetta a causa di una frana.
Il Tribunale d’Appello ha accolto la tesi del Comune, secondo la quale, nessun contratto in merito fu perfezionato tra il Comune e Amia. E’ stato accertato inoltre che l’Amia fatturava al Comune di Bagheria senza aver concordato la tariffa ma sulla base di una tariffa determinata unilateralmente.
Nel 2011 l’opposizione al decreto ingiuntivo proposto da Amia fu accolto dal Tribunale di Palermo, che con la recente sentenza d’appello viene ribaltata e vengono accolte le ragioni del Comune.
Il servizio di smaltimento e raccolta dei rifiuti è stato spesso al centro di numerose controversie anche legali, da parte del Comune. Anche con il consorzio Coinres, che ha gestito il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti negli ultimi decenni, il Comune ha avuto delle controversie per somme richieste e considerate non dovute dalle amministrazioni.
Negli scorsi anni il Comune ha vinto altre cause risparmiando grosse somme dopo essersi appellato.