di Martino Grasso
La frazione marinara di Aspra non dimenticherà mai la scomparsa di Domenico Astorino, Domenico Alcamo e Giuseppe Licata, i tre bambini inghiottiti nel nulla il 9 maggio del 1968, 50 anni fa.
E’ stata infatti loro dedicato uno slargo davanti lo scalo ponente.
E’ stata sistemata una targa che recita: “Ai bambini di Aspra scomparsi il 09/05/1968 – In ricordo di: Domenico Astorino, Domenico D’Alcamo e Giuseppe La Licata”.
L’iniziativa fa seguito ad una mozione promossa dal consigliere comunale Alba Elena Aiello.
Alla manifestazione c’erano il sindaco Patrizio Cinque, l’assessore ai Lavori Pubblici Fabio Atanasio, la deputata nazionale Caterina Licatini, il comandante della polizia municipale, Salvatore Pilato e la circoscrizione di Aspra con il presidente Andrea Sciortino oltre a diversi abitanti della frazione e alcuni dei familiari, compresi i fratelli e le sorelle di Domenico, Giuseppe e Domenico.
“Sono passati 50 anni -ha sottolineato il sindaco Patrizio Cinque, visibilmente commosso-, io non ero ancora nato, ma mi è stato raccontato il travaglio interiore che molti di voi hanno vissuto. Voglio pensare che i bambini non hanno mai perso la vita. La ricerca continua. Non abbiamo un finale doloro a questa storia. La vita non è mai andata persa e come se Aspra li stesse cercando ancora oggi. Ai familiari rivolgo un abbraccio affettuoso”.
Ancora oggi il mistero sui tre bambini resta fitto.
Che fine hanno fatto Mimmo, Minico e Pino? All’epoca della scomparsa i primi due avevano 9 anni, il terzo 11.
La loro storia ha suscitato la curiosità giornalistica di diversi approfondimenti giornalistici come la trasmissione “Chi l’ha visto”.
Si disse che fossero spariti nei cunicoli di una cava di tufo nel maggio del 1968.
Ma a distanza di 50 anni, il sottosuolo di Aspra non ha mai restituito alcuna traccia dei tre amici e le ipotesi fatte sono tante.
I tre bambini di Aspra frequentavano la locale scuola elementare, dopo essere usciti dal doposcuola, erano tornati a casa per posare libri e quaderni ed erano riusciti in strada dicendo ai genitori che sarebbero andati a giocare insieme.
Si dice, per una testimonianza di un altro amico dei tre, che i bambini si fossero diretti verso le grotte dei Saraceni – così chiamate perché assicurarono rifugio alla popolazione locale nei secoli delle incursioni barbaresche in Sicilia – conosciute anche con il nome di grotte di Sant’Isidoro.
Gli anziani della borgata raccontavano allora che le grotte conducessero sino al mare, o addirittura sino a Palermo, distante da Aspra una quindicina di chilometri. Qualche altro sosteneva invece che tutti i cunicoli convergessero verso un pozzo profondissimo. Si parlò di una fantomatica auto rossa che li avesse rapiti.
Ma ogni supposizione non è mai stata suffragata da fatti certi.
L’unica cosa certa è che chi passerà per lo slargo davanti al largo Ponente potrà notare una targa che ricorderà sempre Mimmo, Pino e Minico.