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sabato 23 Novembre 2024

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La festa di San Giuseppe negli anni passati

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6 minuti

di Giuseppe Martorana
In passato, in prossimità del 18 marzo, vigilia della festa religiosa di San Giuseppe, era consuetudine, in tutti i quartieri e rioni del nostro paese, raccogliere quanta più legna possibile per la tradizionale vampa. Si metteva in moto tutta una organizzazione formata da ragazzi e da adulti che doveva provvedere a reperire non soltanto legna proveniente dalle campagne, ma anche mobili di casa ormai fuori uso.
Ricordo che noi ragazzi andavamo di porta in porta a chiedere alle donne di accantonare sedie rotte, scale di legno malridotte , vecchi sgabelli e altri mobili inservibili che sarebbero stati ritirati il giorno della vampa. Non lo si faceva prima perché, se ammonticchiati in strada prima dell’evento, si rischiava di non trovarli la mattina successiva perché prelevati da esperti “manolesta” per essere utilizzati per la vampa della loro strada o piazza!
Si era particolarmente interessati a ben figurare non solo per far raggiungere alle fiamme paradisiache altezze ma anche per mantenere il fuoco vivo per lunga durata. Nel tempo, le vampe di alcuni quartieri, piazze o strade erano diventate famosissime perché disponevano di molto più spazio, come quella di via Ignazio Lanza di Trabia, la via più antica di Bagheria, di Piazza Anime Sante, di piazza Palagonia, della Puntaguglia, del rione Mole e di via Milazzo e, oggi, anche del rione Monaco, solo per citarne alcune. Le vampe che riuscivano più grandiose e apprezzate erano quelle i cui organizzatori potevano disporre di risorse anche in denaro. Per fare bella figura, qualche benestante, patito di questo evento, comprava notevoli quantità di legna, come se dovesse servirsene per alimentare il suo forno..
Le vampe di San Giuseppe viste da Giuseppe Tornatore
In occasione dell’uscita del film “Baaria”, il famoso giornalista Pietro Calabrese, padre di Costanza anche lei giornalista (la vediamo tutti i giorni a Mediaset), intervista il nostro Giuseppe Tornatore, o meglio ha un dialogo con lui. Ne viene fuori una pubblicazione dal titolo “Baaria” – G. Tornatore con P. Calabrese. Quest’ultimo chiede a Tornatore quale sia stato il primo documentario che ha girato. Tornatore risponde che è stato quello sulle vampe di San Giuseppe che “sono dei grandi falò che si accendono ai crocicchi delle strade, o al centro delle piazze dei quartieri popolari la notte tra il 18 e il 19 marzo. Risalgono a un’usanza antichissima, a uno dei tanti riti pagani sopravvissuti al cristianesimo. Le vampe, in un certo modo, chiudono l’inverno e salutano l’arrivo della primavera. E inoltre servono a omaggiare il santo patrono di Bagheria, che è San Giuseppe”.
Altra osservazione del giornalista: “Ma io ho letto che la festa di San Giuseppe dura tre giorni, da sabato a lunedì…” – “Questa è la festa del santo patrono in estate: corse di cavalli, bancarelle, giochi, spettacoli canori, fuochi pirotecnici e via dicendo. Qui stiamo parlando invece delle vampe che si celebrano solo la sera del 18 marzo, mentre il giorno successivo c’è la processione per tutto il paese. Sono due cose diverse. I falò si accendono subito dopo il tramonto. Sono alti e maestosi, e superano le finestre dei primi piani delle case. Sono spettacolari e creano intorno un’atmosfera magica. Tutti, anche i più sprovveduti, capiscono che quella notte lì è notte di cambiamenti, di vecchie cose morte e di nuove cose in arrivo. Insomma, una notte particolare. Si canta, s’inneggia a San Giuseppe, e ci si incanta davanti ai giochi delle fiamme che salgono verso l’alto. E intorno ci sono i tamburi che ritmano ta ra ta ta ra ta ta ra ta tam! E i bambini, tutti i bambini di Bagheria, generazione dopo generazione, partecipano allo spettacolo delle vampe”.
E finite le vampe? Chiede ancora Pietro Calabrese. “Finiti i fuochi – conclude Tornatore – le donne raccolgono la brace per portarla a casa e scaldarsi. Ma c’è anche la credenza che il rito propiziatorio porti bene e indirizzi al meglio la primavera e l’estate, la stagione del raccolto”.
Godiamoci, quindi, le vampe che saranno approntate anche quest’anno nei vari quartieri, rioni e strade popolari del nostro paese.

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