di Martino Grasso
Sono 8 le statue di cera, dell’antico museo delle cere della Certosa di villa Butera, tornate a vivere grazie al professore Pietro Piraino. Da anni il professore si dedica alla riproduzione delle statue che un tempo abbellivano l’antico museo delle cere, meta di numerosissimi viaggiatori nell’ottocento e nei primi del novecento, prima che la struttura subisse dei crolli notevoli e le cere venissero trafugate.
Da circa 4 anni la struttura ospita il museo del giocattolo del professore Pietro Piraino che ha anche deciso di riprodurre le statue di cera che abbellivano la Certosa.
Negli ultimi anni ha rifatto, liberamente tratte da alcune foto dell’epoca, le statue del principe Branciforti, Ferdinando IV e la moglie Carolina, intenti a mangiare, il re di Francia, un fratacchione, i due amanti Adelaide e Comingio e per ultimo il servo Kamir intento a spazzare.
Le facce, le mani e i piedi sono stati realizzati in cera, come erano quelle originali.
Addosso hanno un saio bianco tipico dei frati francescani. Per i corpi sono stati invece utilizzati alcuni manichini.
Il professore Piraino ha in programma la riproduzione di altre statue che erano nell’antica Certosa come il generale Nelson, il principe Caramanico e Federico II di Svezia.
La Certosa sorgeva al termine del grande parco sul retro di villa Butera. Il parco venne lottizzato nei primi decenni del secolo scorso e anche la Certosa subì un lento ma inesorabile declino, anche a causa della realizzazione di alcune case popolari ad appena 8 metri di distanza.
La struttura subì il crollo dei tetti e di alcuni muri. Negli ultimi anni è stata acquisita completamente dal Comune e dopo il restauro è stata affidata a Pietro Piraino e al museo del giocattolo.
“Ho deciso di rifare le statue in cera -sottolinea il professore Pietro Piraino- perché era un progetto che mi ero prefissato. Spero molto presto di completare l’opera.”
Il museo del giocattolo è fra i più prestigiosi d’Europa: ospita 1800 giocattoli e 130 statue in cera. Da alcuni mesi si è arricchito di nuovi pezzi, una trentina di bambole d’poca.
Alcuni giocattoli sono delle vere rarità come due statuine in terracotta risalenti al 2° secolo Avanti Cristo, ritrovate nella tomba di una bambina e una bambola di terracotta che risale al 1450 Avanti Cristo.
Un solo neo è rappresentato dal fatto che il museo non è visitato come dovrebbe. Ogni anno sono circa 2500, fra cui alcune scolaresche, che arrivano per visitare la struttura. E’ lo stesso Piraino che con dovizia, passione e competenza spiega il museo con storie affascinanti e coinvolgenti.
“Bagheria ha potenzialità turistiche immense -racconta il professore Piraino- occorrerebbe però una politica seria per fare arrivare centinaia di turisti. Ogni settimana arrivano numerosi turisti al porto di Palermo con le navi da crociera, perché non si cerca di farli arrivare anche a Bagheria? Ci sono paesi come Castelbuono che ogni giorno vengono visitati da numerosi turisti, mentre a Bagheria questo non avviene. Perché?”
foto Martino Grasso