Cosimo Mineo. Di questo nostro concittadino dalla forza erculea, rimasto mitico nella storiografia locale, lascerò che siano i giornali a descriverne le sue azioni di grande valore morale e fisico.
Di lui si parla già nel 1915, quando il giornale L’Ora, nell’edizione del 10-11 maggio, gli dedicò il seguente “pezzo” dal titolo: Soldato Cosmo Mineo – L’Ercole di Bagheria – Bagheria, 7 (Elen) – Il murifabbro Mineo Cosmo fu Antonino di anni 24, che abita in questo Vicolo Spadaro, è un giovane tarchiato, robustissimo, dalle fibre muscolari sviluppatissime, basso di statura. È stato nella Tripolitania nella qualità di soldato nel 23° reggimento fanteria, e prese parte, a principiare della giornata di Sciara-Sciat, a tutte le battaglie più importanti, rimanendo sempre illeso e distinguendosi per la sua instancabilità. Laggiù nella Libia fu sempre ammirato per la sua forza davvero erculea, e nei momenti d’ozio offriva ai superiori ed ai compagni spettacoli di atletismo che gli procuravano momenti di gloria e di trionfo. Buono, affettuoso in famiglia e con gli amici, lavoratore ricercato da tutti i capimaestri per la sua straordinaria forza, e tutti i compagni lo guardano come un essere superiore a loro, ed appunto in uno di questi giorni volendo provare fin dove arrivasse la sua forza lo incitarono a tal punto ben dodici persone sopportò nelle sue spalle senza che si sforzasse minimamente. Ieri l’altro fu richiamato ancora soldato. Se l’Italia potesse disporre di uomini di tal fatta, quale esercito nemico saprebbe resistere?
Meno di un anno dopo, lo stesso giornale, in data 26-27 gennaio 1916, pubblicò un altro articolo dal titolo: Un soldato premiato con medaglia d’argento – Bagheria, 17 (Elen) – Abbiamo appreso con compiacimento che il soldato Mineo Cosimo fu Antonino è stato premiato con medaglia d’argento al valor militare e lire cinquanta di regalia. Il suo atto di valore è veramente magnifico e degno di menzionarlo: Il Mineo fin dall’inizio della guerra è stato al fronte da semplice soldato di fanteria, distinguendosi per tenacità e rigida disciplina verso i superiori. Questi gli vogliono immenso bene e gli affidano i servizi più difficili. Nello scorso dicembre lo comandarono per il lancio di bombe a mano, e impavido, sfidando la morte avvicinandosi sempre più a una trincea dell’odiato nemico lanciò ben quaranta bombe in pochi minuti, arrecando la distruzione completa di quanti la difendevano, e giù come un felino da solo, invade la trincea, annienta qualche altro soldato avversario che ivi si trovava e ritornò presso i suoi compagni e superiori col bottino di due mitragliatrici e altre armi. Noi non ci ingannavamo nello scrivere, lo scorso maggio, in occasione della pubblicazione di una fotografia del Mineo con dodici persone che tiene sulle spalle, intestando l’articolo L’Ercole di Bagheria, “se l’Italia potesse disporre di uomini di tal fatta quale esercito potrebbe resistere?” A fine marzo 1931 gli fu consegnata una medaglia di bronzo al valor civile, per aver, tempo addietro, con generoso ardimento, incurante della vita, fermato un cavallo imbizzarrito che trascinava un carro a corsa sfrenata, evitando così probabili sciagure.
Gradirei che i lettori (magari qualche parente) facessero pervenire alla nostra redazione eventuali altre notizie su di lui e che ci confermino se si tratta della stessa persona conosciuta come “Cosimu milli liri”, epiteto che gli sarebbe stato attribuito per avere vinto qualche altra scommessa.