Come preannunciato nell’articolo precedentemente pubblicato, continuo l’analisi sulla relazione trimestrale dei Revisori del conto al fine di poter evidenziare e rilevare, oltre quanto finora emerso, la reale situazione economico-finanziaria di un ente in dissesto, soprattutto perché, ritengo e nutro forte perplessità sulla carente e manifesta gestione tecnico-amministrativa dell’ente.
Premesso che non esiste programmazione e conseguentemente bilanci;
Al punto 2 – Entrate Tributarie: colgo semplicemente l’occasione per poter rilevare che ad oggi l’ente deve riscuotere da gestione residui:
- Residui IMU per gli anni 2013 al 2016 € 988.750,00;
- Residui Tari per gli anni 2014 e 2015 € 476.766,94;
- Residui Tosap per gli anni 2013 al 2015 € 952,60;
- Imposta Pubblicità anni 2013 al 2015 € 508,00;
- Tasi per l’anno 2015 € 644,88;
TOTALE € 17.242.622,42
Al punto 2.11 Tariffa servizio acquedotto: la tariffa provvisoria copre il 65% del costo del servizio. In realtà la prescrizione Ministeriale prevede una copertura dell’80%. Al di là della mancata copertura e prescrizione disattesa, desidererei conoscere la ripartizione che determina il Costo dei servizi e come è sviluppato il relativo introito per l’ente.
Al punto 2.13 – Tariffe dei servizi pubblici a domanda individuale: in particolar modo con riferimento al Museo Guttuso, inaugurato in pompa magna il 26/Dicembre/2016, il Collegio dei Revisori, lamenta una carenza di dati riguardo il prospetto dei costi di gestione (nota prot. 17350 del 09/03/2017 – Dott. Bartolone), al fine di poter consentire la valutazione del servizio se rispetta la prevista copertura del 36% dei costi di gestione.
Al punto 2.14 – sulle certificazioni previste dall’art. 243 comma 2 – copertura costo complessivo smaltimento rifiuti e servizi pubblici a domanda individuale, Non risultano effettuate, in attesa dell’approvazione dei rendiconti consuntivi.
Mi chiedo: non essendoVi alcuna certificazione al riguardo sui dati reali, certi e veri chi li certifica, dal momento che intanto i ruoli vengono emessi su una base di costi non certificati ?
Al punto 4.6 – a partire dal 2016 art. 1 comma 762 L. 208/2015: si rileva da quanto in relazione, che è stato rispettato, provvisoriamente con i dati del preconsuntivo, il patto di stabilità interno inviato il 30/03/2016.
Al punto 4.12 – eliminazione e riduzione delle spese che non abbiano per fine l’esercizio di servizi pubblici indispensabili: dal momento che non vi sono i bilanci presentati, rileva il Collegio, il mancato rispetto dell’art. 264 comma 2 rende impossibile verificare la fattibilità della reale riduzione delle spese, oltre al fatto che nessuna delle prescrizioni riportate dal suddetto decreto possa essere realmente monitorata e certificata così come richiesto dallo stesso. Si conclude dicendo che non si possono avere dati certi, ma sono tutti a preconsuntivo.
Ma che significa preconsuntivo ?
il dizionario riporta “consuntivo preliminare” di cosa ?
Forse al comune di Bagheria, si presentano bilanci di verifica come nelle migliori aziende quotate in borsa e si valuta in un preciso momento dell’anno l’andamento finanziario sulle verifiche da apportare per la conclusione del periodo?
Forse trattandosi di operazioni contabili di alta finanza, prima di approvare i dati consuntivati, ricercano un riscontro alla veridicità dei dati allocati al fine di poter ridefinire o quantomeno tamponare i primi segni di un’economia in generale sofferenza, segni che hanno prodotto un andamento a tratti difficoltoso delle criticità generali della mala gestio dell’Ente ?
Ma di cosa parliamo. L’ente non ha approvato i consuntivi, pertanto i dati inseriti non sono certificati dal ministero. A voi le considerazioni.
Al punto 4.13 Verifiche del rispetto dei vincoli di spesa imposti dal D.L. 78/2010: con riferimento alla spese annue per studi ed incarichi di consulenza, il Dl. 78/2010 vincola tali spese al 20% rispetto all’anno 2009, tuttavia il Collegio, rileva, come già specificato in sede di relazioni bilanci 2013 e 2014 che non è in grado di fornire il dato cristallizzato del 2009, pertanto non è possibile esperire i necessari controlli.
Al punto 5.3 – Organismi Partecipati: in data 21/02/2017 con nota prot. N. 12385 protocollo Rev/E/ n. 21, viene richiesto al Collegio il parere circa la costituzione di una Società per Azioni multiservizi in House, con socio unico il comune di Bagheria. Il collegio, rinviando il proprio parere sulla costituenda società fa notare diversi punti di natura tecnico-contabile che avrebbero delle incidenze e ripercussioni sui costi di bilancio e, pur tuttavia, rinviando i dettagli al parere sulla fattibilità della costituenda, “sottolinea sin d’ora che tale possibilità, benchè non vietata categoricamente dalla legge, appare quanto meno in controtendenza con le politiche del legislatore volte a ridurre ed eliminare al massimo gli organismi partecipati degli enti locali, rivelatesi negli anni carrozzoni di costi amministrativi, sia con le politiche dell’ente stesso che ha internalizzato già alcuni servizi, senza ricorrere a società esterne, con proprio personale dipendente”
Al punto 5.10: l’ente non ha gli strumenti idonei a verificare l’osservanza della riduzione delle spese previste nell’art. 6 comma 11 del D.L. 78/10 relative alla partecipate;
Al punto 5.11: l’ente non ancora approvato il bilancio 2015, né dispone dei bilanci 2015 degli organismi partecipati (Coinres), che per la maggior parte di essi anche il loro bilancio 2015 non risulta approvato; per tale motivo non si è in grado di rilevare il rispetto del disposto dei commi da 550 a 552 dell’art. 1 della legge 147/2013 (vale a dire la costituzione di un fondo vincolato per un importo pari al risultato negativo non immediatamente ripianato, se l’organismo partecipato presenta un risultato d’esercizio negativo) .
Che dire ! sull’analisi di uno studio approfondito sull’Oroscopo fiscale e sull’analisi di dati incerti e fantomatici che garantiscono il criterio dell’economicità e convenienza per l’ente, è stata approvata la costituzione della Spa anche con il parere contrario del Collegio.
Gestione Contabile
Al punto 6.1 – Patto di stabilità interno : il patto di stabilità interno risulta rispettato per l’anno 2015 come da dati a preconsuntivo; mentre il consuntivo 2015 non è stato approvato.
Che significa ? Boh ………!
Al punto 6.2 – Il bilancio preventivo 2016 non è stato approvato quindi nessuno strumento contabile è atto a verificare il conseguimento dell’obiettivo programmatico del patto di stabilità interno;
Al punto 6.4 – l’ente non ha applicato la nuova disciplina della regionalizzazione del patto di stabilità interno di cui all’art. 1 comma 489-500 legge di stabilità 2015;
Al punto 6.5 – l’ente non ha approvato il rendiconto 2015 e preventivo 2015 e per tale motivo, anche in vista dell’armonizzato non risulta calcolato in maniera definitiva il Fondo Pluriennale Vincolato che dal 2016 incide sul patto di stabilità.
Indipendentemente da quanto finora esposto, rilevo che dalla relazione del Collegio dei Revisori, non emerge la parte che concerne l’analisi debitoria dell’ente; chiarisco ancor meglio:
E’ possibile far conoscere ai cittadini, per la legge sulla trasparenza, se sono stati fatti debiti fuori bilancio e quali sono ?
E’ possibile far conoscere ai cittadini, per la legge sulla trasparenza, qual è ad oggi la situazione debitoria dell’ente ?;
A quanto ammontano i residui passivi ?
E’ possibile conoscere la spesa ed il relativo impegno sul competente capitolo, per la trasparenza dei dati, per l’acquisto delle vasche per la raccolta dei rifiuti ?
Poichè l’ente rappresenta una famiglia e come tale, penso dovrebbe essere gestito secondo le norme del buon padre di famiglia, è lecito oltre che legittimo chiedere, per la trasparenza dei dati, se i Fondi vincolati in tesoreria, ad oggi sono stati ricoperti ?
Nella logica di aver trovato un “buon padre di famiglia”, è possibile far conoscere ai cittadini come sono stati spesi i soldi dell’Ente senza alcuna certezza sulla certificazione dei dati in assenza di bilanci consuntivi approvati ?
Sicuramente nella logica del buon padre di famiglia, avrà una valida motivazione, sul perché delle dicerie per non aver rispettato i termini dei 120 giorni, come da decreto sulle prescrizioni, per l’approvazione dei bilanci ?
Avendo agito secondo le giuste regole di etica e morale del buon padre di famiglia e salvaguardare tutta la sua famiglia, ha deciso di bloccare gli stipendi perché ci si è resi conto che spendono troppo e male e quindi bisogna tirare la cinghia; oppure ci sono problemi contabili ?
Con l’attuazione del nuovo sistema di armonizzazione contabile manteniamo l’equilibrio di cassa ?
Avendo agito come un buon padre di famiglia, attualmente Mamma Tesoreria mi concede credito ?
Non ho mai dubitato del suo operare corretto, lineare e trasparente oltremodo anche da “nonno di famiglia”, ma ad oggi, non avendo bilanci approvati e chiusi da diversi anni, il “SUO ENTE” si trova in “Gestione Provvisoria” vale a dire, si limita “solamente” a poter garantire le spese derivanti da provvedimenti giurisdizionali esecutivi, quelle (spese) tassativamente regolate dalla legge e quelle necessarie ad evitare che siano arrecati danni patrimoniali certi e gravi all’ente ai sensi dell’art. 163 c. 2 del TUEL.
Spero solo che un domani si accerti la correttezza delle spese regolate per legge, perché se così non fosse, alla fine penso proprio che NON sia stato un Buon Padre di famiglia per tutti Noi.