Svolta nell’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà avvenuto il 26 febbraio 2006.
Dietro il delitto c’è la mafia che però voleva dare una lezione all’avvocato, molto conosciuto anche a Bagheria, colpevole di “parlare troppo”.Un impulso decisivo lo ha dato un pentito. Poi ci sono state le intercettazioni che hanno fatto il resto-
Sono 6 le persone arrestate.
“Non poteva restare senza colpevoli l’omicidio di un professionista a Palermo”, dice il procuratore Francesco Lo Voi. Le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo hanno riportato in carcere tre dei mafiosi già fermati negli anni scorsi per il caso, altre tre persone sono state arrestate sulla base delle nuove dichiarazioni fornite dal collaboratore di giustizia Francesco Chiarello. Determinante la confessione in diretta di uno degli indagati, al telefono dice alla moglie: “Se questo parla sono rovinato”.
I boss volevano dare una punizione esemplare al legale, avevano anche messo in conto di ucciderlo, ribadisce il gip Fernando Sestino nel suo provvedimento, che accoglie la ricostruzione della procura. “I mafiosi volevano dare un segnale a tutta l’avvocatura palermitana”, spiega il procuratore Lo Voi nel corso della conferenza stampa convocata al palazzo di giustizia.
L’ordinanza di custodia cautelare ha raggiunto Francesco Arcuri, che pianificò la spedizione punitiva; Antonino Abbate, che ebbe funzioni di copertura del gruppo, Salvatore e Antonino Ingrassia, Paolo Cocco (portò la mazza sul luogo del delitto) e Francesco Castronovo, il sicario che colpì il legale.