A pochi giorni dal referendum, abbiamo deciso di pubblicare un articolo con le ragioni del Si e del No, evitando di prendere parte per l’uno o l’altro schieramento.
Le ragioni del Si
Addio Bicameralismo Perfetto
L’approvazione delle leggi sarà prerogativa, quasi esclusiva, della Camera dei Deputati, snellendo l’iter, che sarà molto più rapido. Il Senato della Repubblica avrà meno poteri legislativi, conservando competenza solo su riforme e leggi costituzionali. Sulle leggi ordinarie avrà solo poteri consultivi.
Riduzione costi politica
Viene abrogato il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro (CNEL). Verrà ridotto sensibilmente il numero dei senatori. Dai 314 attuali, il Senato della Repubblica sarà composto da 95 membri eletti dai Consigli Regionali (21 sindaci e 74 consiglieri-senatori) più 5 nominati dal Capo dello Stato resteranno in carica per 7 anni. Saranno i cittadini al momento di eleggere i Consigli Regionali ad indicare quali consiglieri saranno anche senatori. Nessuno di questi percepirà lo stipendio da parlamentare. Verranno cancellate dalla Costituzione le Province. Con questo impianto si prospetta un abbattimento dei costi della politica di almeno 100 milioni di euro.
Quorum referendum
Abbassamento soglie quorum per i referendum che raggiungono le 800.000 firme, per cui basteranno la metà degli elettori delle ultime elezioni politiche, e non la metà degli iscritti come richiesto adesso. Inoltre, novità della riforma, verranno introdotti i referendum propositivi.
Nuovo Federalismo
Con la riforma del Titolo V, vi sarà l’abolizione delle materie di competenza concorrente tra Stato e Regioni e alcune competenze strategiche ritorneranno di competenza allo Stato, come energia, infrastrutture strategiche e sistema nazionale di protezione civile.
Le ragioni del No
Cambiando l’ordinamento della Repubblica (48 articoli sugli 84 della seconda parte) si mettono in discussione i diritti dei cittadini che lo Stato dovrebbe garantire.
Il Senato non viene abolito ma ridotto ad assemblea non eletta dai cittadini, si sottraggono poteri alle Regioni, il governo, non più il Parlamento, diventa il centro del potere legislativo. Il Presidente del consiglio avrà il dominio incontrastato sui deputati in pratica da lui stesso nominati. Gli organi di garanzia (Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale, Consiglio Superiore della Magistratura) ne usciranno ridimensionati, o peggio subalterni.
La Riforma supera il bicameralismo?
NO, lo rende più confuso e crea conflitti di competenza tra Stato e regioni, tra Camera e nuovo Senato
Diminuisce i costi della politica?
NO, i costi del Senato sono ridotti solo di un quinto e se il problema sono i costi perché non dimezzare i deputati della Camera?
Amplia la partecipazione diretta da parte dei cittadini?
NO, triplica da 50.000 a 150.000 le firme per i disegni di legge di iniziativa popolare
È una riforma legittima?
NO, perché è stata prodotta da un parlamento eletto con una legge elettorale (Porcellum) dichiarata incostituzionale
Garantisce la sovranità popolare?
NO, perché insieme alla nuova legge elettorale (Italicum) già approvata espropria la sovranità al popolo e la consegna a una minoranza parlamentare che solo grazie al premio di maggioranza si impossessa di tutti i poteri
Produce semplificazione?
NO, moltiplica fino a dieci i procedimenti legislativi e incrementa la confusione
È una riforma innovativa?
NO, conserva e rafforza il potere centrale a danno delle autonomie, private di mezzi finanziari.
È una riforma chiara e comprensibile?
NO, è scritta in modo da non essere compresa.