Il giudice Nino Di Matteo ha deciso di restare a Palermo.
Il pubblico ministero che si è occupato di numerosi processi fra cui la famosa trattativa fra Stato e Mafia ma anche della mafia bagherese, ha deciso di non ha accettare la proposta del consiglio superiore della magistratura di essere trasferito in via d’urgenza, per motivi di sicurezza, a Roma, alla direzione nazionale antimafia.
Due settimane fa un’intercettazione aveva rivelato che sono ancora alte le attenzioni dei boss nei confronti del magistrato palermitano. “Accettare un trasferimento d’ufficio connesso esclusivamente a ragioni di sicurezza sarebbe stato un segnale di resa personale e istituzionale che non intendo dare -ha detto Di Matteo- La mia aspirazione professionale di continuare a lavorare sulla criminalità organizzata trasferendomi alla Dna si realizzerà eventualmente solo se e quando sarò nominato in esito a una ordinaria procedura concorsuale”.
“Quella di Di Matteo è una situazione che ci dà molta preoccupazione -ha sottolineato Elisabetta Alberti Casellati, presidente della Terza commissione che ha ascoltato il pm- E’ per questo che lo abbiamo ascoltato due volte in venti giorni, perchè riflettesse su questa pericolosità alta. Anche oggi abbiamo manifestato la nostra forte e unanime preoccupazione. Ma la sua risposta è di indisponibilità al trasferimento per ragioni di sicurezza perchè sembrerebbe un segnale di resa che non vuole dare”.