Tornano a vivere 5 delle numerose statue in cera che abbellivano l’antica Certosa di villa Butera.
A realizzarle è stato Pietro Piraino, uno degli ultimi ceroplasti viventi, all’interno della struttura che ospita il museo del giocattolo e delle cere.
Le parti in cera riprodotte sono le teste, le mani e i piedi, come erano originariamente quelle che si trovavano all’interno della Certosa, voluta nel 1795 dal principe Ercole Michele Branciforti. I corpi sono costituiti da dei manichini, e alcune delle statue indossano il saio dei certosini. Le statue realizzate rappresentano il principe Ercole Branciforti, un prete, la coppia composta dai giovani amanti Adelaide e Comingio e un fratacchione, intento a cucinare delle uova.
La statua del principe Ercole Branciforti indossa un abito antico.
Interessante la storia dei giovani amanti Adelaide e Comingio. Pare che la ragazza, per rimanere accanto all’amante che si era rinchiuso in un convento, camuffandosi per uomo, entrò anche nel nella struttura religiosa, allo scopo di rimanere accanto all’amante, anche se lui non lo avrebbe mai saputo.
Il professore Piraino ha già progettato un’altra statua che sarà collocata nei prossimi giorni e che rappresenta Ferdinando di Borbone e la moglie Maria Antonietta.
Le statue sono la bella copia di quelle originarie che avevano una decorazione molto sommaria, come si evince dalle foto dell’epoca.
”Ho riprodotto le statue abbellendole -racconta Piraino- sono passati oltre 200 anni e le tecniche sono diverse e quindi migliori. Ho ricostruito i profili dei personaggi come dovevano essere, ma ho cambiato i contorni”.
Originariamente la Certosa era una struttura che sorgeva alla fine di un enorme parco, alle spalle di villa Butera. Il parco, nei primi anni del 900 è stato edificato.
La Certosa, malgrado i numerosi problemi strutturali, è stata restaurata e da alcuni anni è tornata a vivere.
Subì un inesorabile declino nella metà del 1950, quando l’amministrazione dell’epoca fece costruire delle case popolari a meno di 8 metri di distanza.
Le statue vennero trafugate (pare che vennero riutilizzate le parti in cera per fare delle candele)e anche gli arredi scomparvero. Restano delle foto ingiallite del tempo.
La struttura subì dei crolli notevoli e quando sembrava che sarebbe stata completamente distrutta, il Comune, negli anni ‘90 l’acquisì e ne programmò il restauro.
Intorno al 2010 venne avviato un interessante lavoro di recupero. Tornarono alla luce anche gli affreschi custoditi all’interno di straordinaria bellezza.
Il Comune nel 2014 decise di affidare la struttura al Museo del giocattolo, restituendolo alla fruizione pubblica.