di Martino Grasso
Il 31 marzo di 24 anni fa, 2 ragazzi di Casteldaccia, Salvatore Colletta e Mariano Farina, 15 e 13 anni, decisero di allontanarsi dal paese, dopo avere marinato la scuola. Da allora si sono perse le tracce.
A distanza di 24 anni, arriva un nuovo, disperato, appello della mamma di Salvatore, Carmela La Spisa, che come è logico che sia, non si dà pace.
“A distanza di questi anni è inutile dire che per una mamma è impossibile perdere la speranza nel ritrovare il proprio figlio -racconta la signora in una lunga lettera-, non mi sono mai arresa e non mi arrenderò adesso nemmeno dopo tanto tempo perchè giorno e notte il mio pensiero va a lui. Quando scompare un figlio la vita cambia, giorno dopo giorno ti fai domande senza trovare risposte, risposte che solo chi sa ed è a conoscenza di ciò che è successo in tutto questo tempo può dare. Io non so cosa sia successo a Salvatore, tutti quelli che lo conoscono sanno che è sempre stato un ragazzo timido, ingenuo e buono tanto fino al punto di non sapere mai dire di no a nessuno.”
La donna ricorda le prime ore di quel triste giorno. Racconta che nemmeno durante i primi giorni della scomparsa ci furono indagini chiare e approfondite.
“Se tutto fosse stato fatto nel migliore dei modi -dice- mio figlio sarebbe già a casa e io non dovrei continuare a vivere con le mie domande e i miei punti interrogativi. Non ho visto un gran impegno dagli organi e istituzioni competenti se non da pochi anni ad oggi, un azione ritardataria per un caso che risale a 24 anni fa, per gli altri sarà un caso come tutti ma a me manca un figlio che io ho visto crescere fino ai suoi 15 anni e poi? Il vuoto. Non so più nulla di lui, non so come è fatto fisicamente oggi, non so se sta bene, se è felice, se ha dei figli o se sfortunatamente non c’è più. Io lotto e niente mi può fermare se non avere la verità, avere notizie che mi daranno un momento di tregua dopo tutti questi anni vissuti con angoscia e dolore. Perciò oggi mi rivolgo a chi può essere a conoscenza anche della più banale notizia su Salvatore Colletta: se avete dei figli, immaginate voi stessi al mio posto come potreste sentirvi dopo non un giorno ma dopo 24 anni di totale buio, assenza e silenzio per semplice paura e omertà altrui.”
Carmela La Spisa si rivolge a chi potrebbe conoscere la verità e dice loro: “per favore parlate e pulitevi la coscienza anche dopo tutto questo tempo, io sarei disposta a qualunque cosa pur di sapere dove si trova o che fine abbia fatto mio figlio. Ma non pensate che ci avete tolto abbastanza? Che ci avete provocato un dolore così grande da togliere la voglia di vivere e andare avanti? Non pensate che c’è un limite alla cattiveria e al silenzio?”
E’ un appello disperato quello lanciato dalla donna.
“Pensate e parlate, per favore parlate, il mio è un grido di aiuto non solo per me e la mia famiglia ma anche per voi perchè potrete sfuggire alla giustizia terrena ma dinanzi a Dio non mente nessuno, davanti a lui nessuno può mentire. Tutti davanti a lui dobbiamo ammettere le nostre colpe e per favore fatelo adesso e rendetemi finalmente una persona libera dal dolore , fate sì che io e la mia famiglia abbiamo delle risposte, che i quattro fratelli di Salvatore Colletta (Ciro, Maurizio, Massimo e Alessandro) che al momento della scomparsa di Salvatore erano piccoli e le due sorelle (Katia e Mariagrazia) possano riabbracciare Salvatore perchè in questi anni ognuno di loro ha sofferto la sua mancanza.”
La donna nella sua lettera si rivolge direttamente al figlio scomparso, nella speranza che possa leggere il suo appello.
“Salvatore se riesci in qualche modo a leggere queste parole scrivi al tuo profilo Salvatore Colletta o in quello mio Carmela La Spina o di tua sorella Mariagrazia Colletta che ti conosce solo attraverso le foto. Sono 24 anni che non ti vediamo, non voglio che questi anni aumentino ancora . Infine, mi rivolgo anche alle istituzioni ed organi competenti: vi chiedo di non dimenticare ne le persone ne le famiglie degli scomparsi che vivono queste tragedie, bisogna reimpostare e modificare le regole di intervento affinche’ le ricerche inizino non dopo 48 ore dalla denuncia ma all’istante perche’ in poche ore può succedere di tutto ad una persona e chiedo, inoltre, che vengano messe a disposizione strumenti utili ed efficaci per le indagini come droni e cani molecolari per poter evitare che il caso di un ragazzo venga archiviato per legge poiche’ non si hanno più notizie e non ci sono riscontri. Salvatore, adesso la tua mamma ti parla con il cuore in mano, se sei in vita e stai bene non rinunciare per qualsiasi cosa a metterti in contatto con la tua famiglia perche’ siamo veramente disperati, e’ un incubo tutto questo, non avere timore di tornare perche’ noi siamo qui a casa ad aspettarti come abbiamo sempre fatto dal primo giorno , io so che tu sei timido e sicuramente ti vergogni di averci causato dolore ma ti assicuro che se tu tornassi tutto il dolore sparirebbe in un attimo . Ci manchi e questo non cambierà fino a quando non ti avremmo di nuovo a casa, ti vogliamo un bene dell’anima! Un enorme abbraccio, ovunque tu sia.”