di Marco Maggiore *
La notizia che gli USA riconoscano il matrimonio tra individui dello stesso sesso, arrivata proprio alla vigilia delle celebrazioni del Pride in Italia, è di quelle che lasciano piacevolmente colpiti. Soprattutto se si aggiunge che la sentenza della corte suprema sia stata emessa da un giudice di estrazione Repubblicana, teoricamente conservatore. Lascia piacevolmente colpiti, ma non stupiti. Perché è ormai chiaro che la strada verso l’uguaglianza dei diritti si stia facendo sempre più ampia in tutto il mondo occidentale, che la normalità per chi ha deciso di amare una persona per il resto della propria vita sia a portata di mano. Dappertutto, quasi. Dappertutto, meno che in Italia. Troppi i tabù che faticano ad essere sfatati da una politica nazionale non al passo con i tempi, sorda di fronte alla manifesta volontà di milioni di cittadini che palesemente dimostrano di condividere l’uguaglianza e la parità di diritti. Così mentre la maggior parte dei paesi, che chiamiamo nostri alleati, concede a ciascuno la possibilità di costruire il proprio futuro come meglio crede, in Italia continua a persistere persino il divieto di trascrizioni per le unioni contratte all’estero.
Divieto che il Sindaco Patrizio Cinque e la sua amministrazione hanno avuto il coraggio di bypassare, trascrivendo il matrimonio tra un cittadino bagherese e il suo storico compagno. Una scelta straordinaria per questa piccola Italia, che dovrebbe invece diventare normale e priva di restrizioni.
Bisogna sempre ricordare che i rapporti tra individui sono regolati da semplici consuetudini e la società auto-alimenta i propri costumi, che sono soggetti a mutevoli cambiamenti e rinnovamenti. La paura che la concessione dei diritti matrimoniali possa stravolgere il nostro modo di vivere è priva di fondamento, basata solo su supposizioni figlie di pregiudizi e fallaci valutazioni. Fastidiosa, poi, la classica accusa rivolta alla sola idea dell’adozione di un minore da parte di una famiglia omosessuale. Chi afferma con orgoglio che un bambino abbia bisogno necessariamente di una madre e di un padre stabiliti secondo leggi biologiche, ha mai riflettuto sui drammi che spesso vivono i bambini in comunità? Ha mai pensato quanti genitori single siano stati educatori esemplari per i propri figli? Chi teme che i ragazzini possano essere emarginati a scuola dai propri coetanei, ha mai provato ad analizzare che in genere sono propri i bambini a non avvertire alcuna anomalia dinnanzi alla diversità?
Al lettore, questo breve articolo potrebbe apparire retorico, probabilmente a ragione. Infatti alla piccolezza dei tanti (troppi) luoghi comuni, che frenano il nostro paese dal diventare perfettamente normale, non si può che rispondere con osservazioni ovvie, a tal punto che solo chi cammina con le orecchie tappate e gli occhi bendati può non capire.
Nel pieno del mio ruolo istituzionale, pur con i limiti che un consiglio comunale per forze di cose possiede, spero di poter garantire a tutti i cittadini, che sono chiamato a rappresentare, pari dignità e pari diritti, affinché non siano solo i doveri ad essere universali.
Con la speranza che Bagheria possa far da modello a tanti altri comuni, in attesa che la legge regionale sui registri civili sia totalmente operativa, auguro a tutti una buona giornata.
Siate orgogliosi di voi, sempre.
* consigliere comunale Bagheria M5S