di Giuseppe Martorana
Nel primo decennio del secolo scorso, erano pochi i ragazzi che potevano frequentare le Scuole ginnasiali, perché, per farlo, bisognava recarsi a Palermo, il che non solo rappresentava un onere per le famiglie e per gli stessi ragazzi che dovevano servirsi del treno due volte al giorno, senza contare i disservizi ferroviari che in quegli anni si verificavano, quotidianamente.
La cittadinanza bagherese, pertanto, reclamava l’istituzione della scuola secondaria nella nostra città, anche per consentire a molti più giovani di poterla frequentare. Fino ad allora i ragazzi che appartenevano a famiglie meno abbienti non potevano farlo.
La legge, in tal senso, era molto precisa e risaliva a una disposizione dittatoriale di Garibaldi che consentiva detta istituzione se il Comune richiedente avesse raggiunto i ventimila abitanti. Tale legge, però, era molto restrittiva, non prevedendo la possibilità di mettere insieme gli abitanti dei piccoli paesi viciniori, come nel Circondario di Bagheria (Ficarazzi, Santa Flavia, Casteldaccia) che avrebbe avuto un bacino di utenza di circa trentamila abitanti.
Nel periodo che va dal 1908 al 1914, la Stampa palermitana riportò una serie di servizi, riguardanti la richiesta al Ministero della P. I. per l’istituzione delle scuole secondarie nel nostro Comune. Un imponente comizio ebbe luogo nel palazzo municipale il 5 aprile 1908; in quell’occasione erano presenti il Sindaco, farmacista Giovanni Nasca, il rev. Prof. Francesco Speciale, lo studente Arioti, l’arciprete Giuseppe Formusa, l’avv. Salvatore Speciale ed altre personalità della cultura bagherese. Si sollecitò l’intervento del deputato avv. Francesco Aguglia, il quale era sempre disponibile a portare a soluzione tutti i problemi che riguardavano i paesi del Collegio elettorale Bagheria-Termini. Anche il nostro scienziato Giuseppe Cirincione, in virtù del suo prestigio personale, non sarebbe venuto meno ad intervenire presso i Ministeri competenti.
Tuttavia, dovettero arrivare i dati del censimento del 1911 per attestare che Bagheria contava già oltre ventuno mila abitanti – per la precisione 21.212 – e che quindi rientrava nel diritto di avanzare la richiesta al Ministero della P. I.
Il 29 novembre di quell’anno, la rappresentanza dei paesi del mandamento e i cittadini di Bagheria si diedero convegno nelle sale del palazzo comunale. Erano presenti anche i presidenti dei Circoli Casa del Popolo, Cattolico, Picconieri, Mutuo Soccorso di Bagheria, nonché quelli della Casa di Cultura di Santa Flavia, Democratico di Porticello e di Ficarazzi.
Erano presenti, inoltre, il consigliere provinciale Gioacchino Scaduto, il sindaco Luigi Castronovo, gli assessori Coffaro, Gagliardo e Speciale, il sindaco di Santa Flavia Antonino D’Amato, il segretario comunale e gli assessori Lima e Navetta su delega del sindaco di Ficarazzi (Basile), nonché altre personalità locali e provinciali. Nel corso di quell’adunanza fu nominato un comitato di agitazione permanente e furono inviati telegrammi al deputato Francesco Aguglia e al Ministro della P. I.
Nella richiesta che il comune di Bagheria fece al Ministero, veniva evidenziato, tra l’altro, che nella nostra città c’era un grande sviluppo economico, che l’emigrazione aveva subito un evidente rallentamento, che un altro fattore positivo era da considerare la ricostituzione dei vigneti e la risoluzione della crisi agrumaria e che, pertanto, c’era agiatezza economica e conseguente consapevolezza nella popolazione della necessità dell’istruzione e dell’educazione.
Ad ogni buon conto, passarono altre tre anni prima che il Regio Ginnasio, potesse considerarsi cosa fatta. Infatti, anche dopo il benestare delle Autorità superiori, la “partenza” non fu semplice. Non disponendo di alcun edificio scolastico, il Comune dovette fare di necessità virtù, dando lo “sfratto” alle cinque classi elementari che funzionavano in alcuni locali del palazzo municipale che, però, necessitavano di manutenzione e di adattamento alle funzioni di una scuola superiore.
Il Consiglio comunale, il 7 settembre 1914, approvò un progetto di modifica dei predetti locali, siti a pianterreno, lato Villetta Ugdulena, modifiche che erano state ritenute opportune e necessarie da un ingegnere del Genio Civile. Intanto, considerato che le lezioni dovevano iniziare al più presto, si diede subito una sistemazione alla buona, mentre le altre opere furono svolte e completate nel corso del primo anno scolastico. La spesa finale ammontò a lire 3.752,19 e fu iscritta nei bilanci degli anni 1915-16-17 con rate di lire 1.250, 73 cadauna. Il collaudo fu effettuato dall’ing. Salvatore Lo Monaco.
La Giunta, composta dal sindaco Salvatore Modica e dagli assessori avv. Silvestre Galioto, Gaspare Corselli e Francesco Scaduto (omonimo del famoso giurista), al fine di festeggiare l’istituzione della nuova scuola, fissò per il 22 novembre la data dell’inaugurazione. Sul nome da dare alla scuola, inizialmente era stato fatto il nome dell’illustre prof. Cirincione, poi si optò per quello di Giosuè Carducci, al quale nel 1908 era stato assegnato il Premio Nobel per la letteratura (primo italiano a riceverlo). Anche il primo Preside, il prof. Calogero Miserendino, da fervente carducciano, si era battuto per l’Autore delle Odi Barbare.
Le lezioni ebbero effettivo inizio il 12 novembre 1914 come si evince dall’articolo pubblicato su L’Ora, che noi riportiamo nella sua interezza.
L’istituzione del Regio Ginnasio – da L’Ora del 16-17 nov. 1914
Bagheria, 13 – L’istituzione di un Regio Ginnasio a Bagheria è finalmente un fatto compiuto, ed ieri (12) sono già cominciate le lezioni.
Vi insegnano distinti e colti professori ai quali tributiamo sin d’ora un caldo e riconoscente saluto per la loro opera che siamo sicuri spiegheranno attiva, illuminata e fervida, per la missione loro affidata. Dirige l’istituto il valente Prof. Miserendino Calogero, che col Prof. De Luca Carlo insegna nelle scuole superiori (4° e 5° Ginnasio). Alle inferiori (1°, 2° e 3°) sono stati destinati i professori De Haro Pietro, Di Giovanni Salvatore, Ingargiola Michelangelo; insegna francese la distinta signorina Palumbo Matilde, matematica e Scienze il prof. Gulotta G. Battista.
La nostra cittadina ha seguito con vivo interesse la istituzione di questo Ginnasio che è promessa di sviluppo intellettuale, ed oggi che le difficoltà sono state sorpassate è doveroso tributare una viva lode a tutti coloro che hanno sposato il loro interessamento alla benefica istituzione. Primi fra tutti il rappresentante politico on. Aguglia e l’illustre prof. Cirincione che hanno dato tutto il loro autorevole appoggio ed il loro interessamento all’istituzione da cui il nostro paese trarrà inestimabili vantaggi. Non deve neppure essere dimenticata la passata amministrazione, che, se non poté vedere inaugurato il Ginnasio, espletò tutte le pratiche relative, con quella fede ed entusiasmo che le erano proprii, quando si agitavano questioni di pubblico interesse. Ci saremmo veramente aspettati, se non altro, che l’attuale amministrazione avesse, con una cerimonia inaugurale, voluto festeggiare l’inizio delle lezioni in questo primo anno di vita del Ginnasio. (*) Nulla invece di allegro e di solenne rilevò al paese la nuova istituzione, non di meno noi, interpreti dei sentimenti dei nostri concittadini, auguriamo che il nuovo tempio della scienza si diffonda per il nostro paese lume di civiltà e progresso.
(*) In verità l’inaugurazione fu fatta una settimana dopo l’inizio delle lezioni, ma non sappiamo se la vecchia amministrazione, quella del Sindaco Luigi Castronovo, fu invitata. Da ricordare che in quegli anni si erano manifestati accesi dissidi tra l’Amministrazione uscente che faceva riferimento all’on. Aguglia (partito democratico liberale) e la nuova capeggiata dal sindaco Salvatore Modica, eletta qualche mese prima (luglio 1914) e che faceva riferimento all’on. Scialabba (Partito popolare). Da sottolineare, infine, che anche i due più importanti giornali palermitani erano schierati: Il G. di S. appoggiava i popolari, L’Ora i democratico liberali.