L’impietosa relazione che è stata redatta, a giustificazione del preventivo scioglimento dell’amministrazione, lascia emergere su di me l’idea di persona del tutto spregevole che ha agito in maniera spregiudicata in modo tale da soddisfare i desiderata della consorteria mafiosa locale, ciò in spregio alle risorse economiche dell’ente e al bene del suo paese.
Addirittura, con un’enfasi che denota un certo coinvolgimento emotivo inaspettato, il relatore giunge a conclusioni e interpretazioni del tutto personali, date per certe, nel ricondurre gli eventi che hanno portato alla mozione di sfiducia al sindaco Camarda, presentata nel settembre del 2011, come il frutto di accordi sottobanco, un pactum sceleris che poi, circa un anno dopo, avrebbe portato alla mia elezione a primo cittadino.
Beh, se l’attività investigativa del relatore avesse tenuto conto del fatto che, in quel momento, fra i componenti del gruppo di minoranza vi erano uno zio e una nipote dei soggetti intercettati, probabilmente questa parte della relazione avrebbe assunto ben altre connotazioni. Ancor di più se, a maggior ragione, si fosse accertato che il candidato a sindaco dello schieramento di quello stesso gruppo consiliare, che nelle elezioni del 2008 si contrapponeva a quello dove ero candidato io, era il cugino della persona intercettata e oggi reclusa in attesa di giudizio.
Ovviamente, mi dissocio e respingo con sdegno ogni singolo addebito sulla mia persona, potendo dimostrare, con ampia documentazione e prove testimoniali, di potere contraddire e sovvertire quel teorema su ogni punto che mi riguarda. Ritengo di avere agito sempre con rigore, con dignità, nell’esclusivo interesse della collettività e nel pieno rispetto delle leggi e delle istituzioni. La situazione economica, organizzativa e gestionale in cui ho lasciato l’ente, elogiata da tutti, è ancora lì a testimoniarlo.
Spiace rilevare come, pur di dare un tono severo alla relazione, mi si addebitano, pure, attività divinatorie gestionali che sono di diretta competenza degli uffici e che, certamente, esulano dai compiti e dall’influenza del sindaco. Si asserisce, infatti, che io abbia agevolato il conferimento di un incarico al geom. Gennaro, mai realmente nominato nel corso del mio mandato, quando posso dimostrare, con testimoni, che tale intenzione risaliva a prima del mio insediamento e che comunque quella nomina non era stata mai più eseguita.
LA MIA VERITA’ SU FORNITURE E ACQUISTO DI BENI E SERVIZI
Mi si accusa di avere accreditato una ditta di fornitura di materiale di minuteria come esclusivista dell’ente, quando invece gli atti dimostrano che negli ultimi cinque anni, proprio nella stessa ditta, erano state spese somme ben maggiori delle circa 5000 euro spese nei 20 mesi di durata della mia amministrazione. Non si tiene conto, sebbene io abbia prodotto tutti gli atti agli inquirenti, che, solo poco tempo prima, i veri e reali esclusivisti erano ben altri e anche con parenti all’interno degli organi burocratici e amministrativi dell’ente.
Si asserisce, fra le tante cose, di avere acquistato una macchina asfaltatrice dal costo esorbitante, quando invece si tratta di un mini costipatore dal costo di 1300 euro + iva (somma inclusa nelle 5000 euro spese in 20 mesi) che serviva solo a evitare l’enorme spreco di bitume per riparare le tantissime buche esistenti nelle strade poiché, dopo la posa, veniva battuto solo con i badili motivo per cui in un breve arco tempo andava perso. Si asserisce di avere favorito, anzi tentato di fare gonfiare una fattura per il pagamento relativo al montaggio di un ponteggio presso l’ufficio tributi (che è un plesso distaccato dalla sede centrale) a favore di un certo omissis, quando fino al momento dell’indagini sapevo solo che detto ponteggio era stato prestato dal vicesindaco (che ha una imprese edile) e poi montato dagli operai. Per dare un’idea più precisa di quale dispendio di risorse pubbliche si stava facendo, specifico che trattasi di un ponteggio, che fu collocato nel vano scala per ripristinare il tetto dell’ufficio tributi dal quale erano caduti dei calcinacci, dalle modestissime dimensioni di due metri di larghezza per tre metri in altezza, il cui eventuale costo di mercato, prendendo come riferimento anche il generoso prezziario regionale, poteva essere all’incirca di 300 euro.
Ignorate le iniziative della mia amministrazione contro la mafia e l’illegalità
Non viene citato, però, come ad esempio, per la prima volta nella storia del comune, la giunta municipale abbia adottato una deliberazione che impegna l’amministrazione a costituirsi parte civile nei processi di mafia;
- Non è stato riportato nemmeno il fatto che abbiamo inaugurato la piena fruibilità di 3 beni confiscati alla mafia che giacevano abbandonati fin dal 1998;
- non è stato riportato il sostegno concesso, anche con manifestazioni pubbliche, a persone vittime di estorsioni;
- Non è stata citata la cittadinanza onoraria concessa al presidente del “Centro Studi Parlamento della Legalità”; le innumerevoli manifestazioni a favore della legalità, nelle quali erano coinvolte le scuole, che vedeva la autorevole presenza di numerosi magistrati e forze dell’ordine;
- Non viene rilevata l’importanza della nostra partecipazione alla “Marcia dei trent’anni” anche se nel 1982 l’amministrazione locale del tempo fu assente.
Se è per questo, non viene citato nemmeno il fatto che a seguito dell’illecita autorizzazione e la concessione di suolo pubblico per la realizzazione di una veranda in uso a un bar, della quale si sono occupati gli inquirenti, la mia amministrazione ha revocato tutti gli atti concessori ed emesso l’ordinanza di demolizione seguendo in maniera puntuale, dettagliata e precisa le linee guida del procedimento amministrativo con l’assistenza del segretario comunale.
Si arriva persino a definire come a noi scomodo, un dirigente il quale, stava invece inducendo la giunta in un grave errore nel proporre un atto la cui rettifica, manuale, è stata apportata dal segretario comunale, e invece è stata addebitata anch’essa alla giunta.
Aggiungo in merito alla veranda abusiva che, a suo tempo, persino il comandante della locale stazione dei carabinieri sottoscrisse, congiuntamente con l’ingegnere, una relazione con la quale dichiararono, falsamente, la regolarità di quella struttura.
Anche questo particolare, non di secondaria importanza, non solo non viene riportato nella relazione, ma addirittura nel corso dell’acquisizione degli atti, si omise di prelevarlo, così come alcuni altri atti, motivo per cui fui io stesso a inoltrarlo ai PM e agli stessi investigatori. Eppure non se ne fa cenno.
Nessun cenno sui precedente amministratori vicini a esponenti mafiosi
E’ appena il caso di ricordare, di come gli stessi amministratori che hanno emesso quei provvedimenti palesemente illeciti, ma non solo quelli, avessero all’interno delle loro liste civiche, e poi negli stessi organi politici dell’ente, parenti diretti di mafiosi della vecchia e della nuova guardia.
Dal 1998 e consecutivamente fino al 2012. Tuttavia non sono stati mai menzionati nell’intera relazione ne, tanto meno, nessuno si occupò mai di loro.
E’ davvero inquietante ricordare come, per ben dieci anni, abbiano potuto condurre le sorti dell’ente in maniera così disinvolta serena e senza intoppi, avvalendosi persino dell’autorevole presenza, con il ruolo di assessore e vice sindaco, del figlio di un giudice antimafia. Per quale motivo, pur alla presenza di alcuni esposti, nonostante l’esito di alcune intercettazioni ambientali che li riguardavano molto da vicino e poi pubblicate nell’opuscolo “Il Nuovo Paese, ” nonchè per quegli stessi affidamenti dei tanti lavori mediante il ricorso al sistema del cottimo fiduciario, ai quali fa riferimento il geom. Gennaro che proprio da quel sindaco ebbe pure un incarico professionale, nessun giudice e nessun investigatore abbia mai preso alcuna iniziativa idonea, in verità nemmeno adesso, seppure in presenza di reali e tangibili infiltrazioni e di cose ben più gravi e visibili, da quelle attuali, confermate anche da indiscutibili prove cartacee?
Ognuno ne tragga le proprie conclusioni.
Per motivi di spazio non è opportuno citare ogni altro singolo punto dell’infamia che mi è caduta addosso, ma penso di avere reso un’idea ben precisa su quale sistema rodato e su quale ampliamento forzato di episodi risibili si basa il fumus dell’intero “modello tipo di relazione di scioglimento da utilizzare alla bisogna” per arrivare all’obiettivo prefissato e che avevo già compreso fin da subito nel giugno 2013.
Malgrado le mie reiterate richieste non sono stato ascoltato
A tal proposito, sembra giusto riferire di come ho cercato, più volte e invano, producendo formale richiesta, di essere ascoltato dagli organi investigativi e dagli stessi inquirenti.
Per ben tre volte l’ho rivolta ai P.M., per due volte a Sua Eccellenza il sig. Prefetto e per due volte agli stessi investigatori della Compagnia di Bagheria.
Vi pare normale che un Ufficiale di Governo del territorio, qual è un sindaco, non viene nemmeno ricevuto e ascoltato, pur richiedendolo reiteratamente, da altre autorità e istituzioni delle stesso Stato? Sarebbe stato il caso, oppure no, di ascoltare un contradditorio?
Ecco, è questo lo Stato in cui viviamo. Uno Stato dove le istituzioni non dialogano e dove le posizioni dell’accusa, spesso basate solo su congetture e illazioni, prevalgono sempre nei confronti della difesa.
Le delazioni dei così detti collaboratori di giustizia, comunque dei criminali, riscuotono maggiore credito di chi, come me, e come citano testualmente gli stessi investigatori nella loro relazione, non ha parentele controindicate.
Le parentele mafiose di alcuni dipendenti comunali
Nella relazione, al solo scopo di dare l’immagine di un luogo altamente contaminato, si delinea pure il profilo di alcuni dipendenti comunali in virtù delle loro parentele. Tali dipendenti, è giusto che lo si sappia, prestano servizio nell’ente da più di
un ventennio.
Che facciamo, li licenziamo tutti poiché colpevoli delle loro parentele? Non sono stati forse i tribunali rilasciare la certificazione sui loro carichi pendenti e il casellario giudiziario?
Per i candidati della lista, quale organo si è pronunciato per rilasciare la certificazione asseverante la “pulizia morale” dei candidati stessi? Sono miei complici da ritenere collusi con la mafia?
Eppure la descrizione impietosa e minuziosa delle parentele dei candidati, spesso intuitiva e in molti casi riconducibili a parentele lontane, o rivolte a vicende di detti parenti che risalgono a più di venti e trent’anni fa, non tiene conto che quasi tutti i soggetti indicati, o meglio controindicati, sono stati per lungo tempo amministratori nel corso di precedenti mandati amministrativi e proprio al fianco di un avvocato, fratello di un funzionario di polizia e figlio di un giudice antimafia.
Colluso pure lui? Oppure non dialoga con il padre o il fratello?
Le accuse sono generiche e approssimative, ma significativi e concreti invece i benefici delle scelte della mi amministrazione
La genericità, la discrezionalità e l’approssimazione con la quale vengono associati fra di loro eventi che si svolgono in periodi e momenti ben diversi e lontani dal mio mandato amministrativo, vedi anche il caso della veranda in uso a un bar, rendono vane le tante virtù e gli obiettivi raggiunti dalla nostra amministrazione , dimostrabili con gli atti, in tutti i settori della vita dell’ente e che hanno portato, in circa venti mesi di mandato amministrativo, ad una forte discontinuità con il passato ed a enormi benefici sia nel decoro del paese tanto quanto a vantaggio delle casse dell’ente.
Basti pensare ai quasi due milioni di euro rilevati mediante accertamenti di oneri concessori pregressi non riscossi, nella lotta all’evasione e all’elusione dei tributi, nell’avvenuta individuazione di residui per mutui contratti con la cassa depositi e prestiti, nei notevoli risparmi sul costo del servizio rifiuti solidi urbani grazie anche all’avvio della raccolta differenziata e all’acquisto di due automezzi, e alla riduzione dei costi conseguita nelle forniture e nei servizi e nelle revisioni di quei contratti dei servizi energetici e non, che erano esponenzialmente spostati a favore dei contraenti .
Le frequentazioni pericolose
In un piccolo paese come il mio, così come avviene nei quartieri di ogni città, il ricorso all’espediente assai generico di riferire assidue (?) frequentazioni pericolose, controindicate, sconvenienti e quant’altro di similare si può trovare nel vasto dizionario del giustizialismo più sfrenato o della santa inquisizione spagnola, può essere associato a qualunque persona e in ogni momento.
Nessuno ne è immune, poichè chi vive fin dall’infanzia in un piccolo centro o in un quartiere, conosce tutti i suoi concittadini e quindi, anche saltuariamente, può incorrere in questi fortuiti incontri. Nessuno può esserne al riparo, almeno che la Giustizia non tenga preventivamente isolati, in un ghetto, gli ipotetici criminali o che il buon Dio ci dotasse di capacità sensitive e premonitorie tali, da riuscire a vedere il futuro, distinguere l’animo pulito e scrutare i segreti inconfessabili di chi incontri a scuola, dal tabaccaio al bar, al mercato rionale o ad una semplice manifestazione di piazza.
Perché le parentele mafiose dei consiglieri di minoranza non vengono citate?
A proposito, nella puntuale relazione, per mera dimenticanza, fra i membri della minoranza non sono stati citati, oltre a quei pochi amministratori ritenuti affini e parenti di soggetti reclusi vi sono: un candidato che ha le stesse parentele della signora “Omissis” consigliere di maggioranza; un’altra signora, che io chiamerò “Omessa”, consigliere di minoranza pure Lei, la quale ha lo stesso grado di parentela indicato per il presidente del consiglio e non solo questa; un altro candidato della lista di minoranza, che chiamerò “Omesso”, che è nipote di colui che è stato indicato dagli investigatori come il successore al ruolo di capomafia locale; un altro consigliere della stessa lista e attivista politico, che chiamerò “Omesso” che ha svolto prestazioni professionali per conto di uno dei tanti“Omissis”. Mera dimenticanza?
Che stolto! Dimenticavo che il candidato a sindaco di quella lista, che ha vissuto da protagonista il decennio d’oro 1998/2008, pur avendo fra i suoi candidati una compagnia molto più folta e prestigiosa di quella addebitatami, ivi compreso l’aperto sostegno del cognato di un recluso, è figlio di un giudice antimafia e di un giudice di pace, oggi in pensione.
Ecco. Ora tutto ha un senso più logico. Presenterò ricorso per fare ascoltare le mie opinioni.
Ci sarà pure un giudice a Berlino……………
* ex sindaco Altavilla Milicia