La Guardia di finanza di Palermo ha compiuto indagini su proprietari di più immobili, e attraverso Ici, Imu e Tarsu i finanzieri hanno messo su una lista che contiene i nomi dei proprietari di un numero di unità abitative superiore a 50. La Gdf ha spedito loro dei questionari. Le risposte pervenute hanno indotto i finanzieri ad approfondire sette posizioni dubbie: nelle dichiarazioni annuali vi erano indicati redditi complessivi addirittura inferiori ai tributi locali pagati per gli immobili.
Il proprietario di oltre 100 unità abitative tra Palermo e Roma – quasi tutte affittate a studenti universitari, a mezzo di contratti stipulati ma non registrati o completamente in nero – in cinque periodo d’imposta ha accumulato redditi di fabbricati, non dichiarati, per 450 mila euro. Nei riguardi di un altro dei controllati, titolare di un’agenzia immobiliare, i finanzieri hanno accertato l’omessa dichiarazione, per cinque annualità, dei canoni d’affitto di un immobile di pregio a Palermo, concesso in locazione per oltre 200 mila euro l’anno a un ente pubblico.
Approfondimenti più ampi sono stati effettuati nei confronti di un professionista, proprietario di 110 immobili sparsi in tutta Italia, il quale, a fronte di redditi di lavoro autonomo pari a 10 mila euro, ha versato Imu e Tarsu di pari importo. Parte della sua ricchezza non dichiarata deriva dall’affitto di diverse case senza un regolare contratto.
Sono stati ricostruiti complessivamente redditi di fabbricati per poco meno di 2 milioni di euro derivanti da affitti “in nero” o comunque non dichiarati, oltre all’omesso versamento dell’imposta di registro per circa 20 mila euro. Le posizioni sono state segnalate all’Agenzia delle entrate. Sei dei contribuenti hanno già deciso di pagare. (gds.it)