Trentaquattro arresti e ottantacinque di perquisizioni sono in corso di esecuzione da parte della Guardia di Finanza. L’inchiesta, diretta dalla Procura di Palermo, è per associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e abusiva attività finanziaria. Sono coinvolti un magistrato del Tar del Lazio, avvocati, commercialisti e funzionari di banca. Il giudice amministrativo che è stato arrestato è Franco Angelo Debernardi, da anni in servizio al Tar del Lazio. Fra i fermati anche due carabinieri i quali, secondo l’accusa, avrebbero offerto un significativo apporto in illecite operazioni di cambio valuta.
Gli arresti e le perquisizioni sono eseguite dai militari del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza. I provvedimenti sono stati firmati dal gip di Palermo Guglielmo Nicastro, che ha accolto le richieste della procura della Repubblica. Tra gli arrestati figurano Gianni Lapis, noto per essere stato il commercialista di Massimo Ciancimino nonchè ritenuto in passato prestanome dell’ex sindaco di Palermo condannato per mafia, Vito Ciancimino, e Vittore Pascucci, già coinvolto in passato in altre inchieste giudiziarie. Gli inquirenti e gli investigatori sono convinti di aver individuato un vasto giro di riciclaggio e di attività finanziarie abusive. L’ organizzazione criminale – nella quale per mesi si è infiltrato un finanziere – operava in tutta Italia e anche all’estero. Era dedita a violazioni valutarie in titoli, valori e strumenti di pagamento, ed inoltre a illecite movimentazioni finanziarie e di capitali anche transnazionali.
L’attività investigativa, diretta dal procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi e dai sostituti procuratori Daniele Paci, Lia Sava e Dario Scaletta, ha portato all’ esecuzione di 22 ordinanze di custodia cautelare in carcere e di 12 ordinanze di arresti domiciliari. Tra gli arrestati, anche persone che operavano nell’ area dell’intermediazione finanziaria e che, secondo gli inquirenti, facevano capo a Lapis. Gli avvocati, il giudice del Tar e i due carabinieri arrestati, dietro la prospettiva di lauti compensi – secondo gli investigatori – avrebbero offerto il proprio apporto nella programmazione e nella realizzazione degli affari di cambio valuta di provenienza illecita.
Le indagini hanno già permesso di sequestrare valuta straniera (principalmente dollari Usa, won nord-coreani e franchi svizzeri), per un controvalore complessivo superiore a 11 milioni e mezzo di euro e di denunciare 93 persone. Le attività della guardia di finanza, hanno interessato le province di Palermo, Roma, Torino, Aosta, La Spezia, Milano, Varese, Como, Verona, Vicenza, Padova, Modena, Firenze, Arezzo, L’aquila, Frosinone, Benevento, Napoli, Crotone, Cosenza, Messina e Catania. (gds.it)