Prodi non passa. E nel centrosinistra è caos. Centouno franchi tiratori. Il quorum, un miraggio: l’asticella, che dalla quarta votazione in poi è fissata a 504 preferenze, non viene scavalcata. Anzi. La sconfitta per il Partito Democratico è senza appello: non si riesce neanche a coagulare, intorno al suo candidato “naturale”, il consenso necessario. Non solo i niet di MoVimento Cinque Stelle, Popolo delle Libertà e Lega. A pesare sono, ancora una volta, i dissensi interni. E i consensi a Rodotà superano di moltissimo i soli voti dei Cinque Stelle: 51 in più. Il Pd è al buio. Bersani incassa la seconda disfatta in due giorni. E dopo Franco Marini brucia anche il fondatore dell’Ulivo.
Prodi non raggiunge neanche soglia 400. Si ferma a 395. La sua base parlamentare di riferimento era, sulla carta, 496. Oltre cento franchi tiratori. Una debacle, un colpo mortale alle sue ambizioni quirinalizie e alla strategia messa in campo dal Partito Democratico e dal suo segretario. Tutto da rifare, tutti gli equilibri da ripensare. E, sullo sfondo, un congresso mascherato: Prodi non riesce neanche a raccogliere i 430 voti del Pd. Una sconfitta che coinvolge tutti i suoi sponsor all’interno del partito: da Matteo Renzi in giù. (ansa.it)