Organizzavano “coca-party” in alcune ville e case di campagna a Bagheria. Per otto imputati la corte d’appello di Palermo ha deciso lievi riduzioni di pena, confermate invece altre tre condanne inflitte dal gup in primo grado per associazione finalizzata al traffico di droga.
La corte ha condannato Vincenzo Militello a 3 anni e 10 mesi (5 anni in primo grado) e Luigi Catalano (4 anni), a 3 anni Antonino Castronovo (3 anni e 2 mesi), a 3 anni e 2 mesi Antonino Palazzotto (4 anni e 2 mesi), a 2 anni e 4 mesi Mario Patti (2 anni e mezzo), 2 anni a Rosa Maria Lo Medico (2 anni e 2 mesi), a 3 anni Paolo Sancilles (4 anni e 2 mesi), a un anno e 4 mesi Emanuele Martorana (2 anni e 6 mesi). Confermate le condanne per Valentino Rovetto, Domenico Di Paola (2 anni e 6 mesi) e Benedetto Gagliano (2 anni e 8 mesi).
Gli investigatori avevano scoperto che gli spacciatori, arrestati a dicembre del 2011, adescavano i giovani nei pressi delle scuole, ma anche sfruttando le potenzialità dei social network per invitarli a feste serali o pomeridiane. Qui veniva fornita loro una dose gratuita di cocaina, per far provare lo sballo e, in questo modo, avvicinarli al mondo della droga. Almeno sei gli incontri monitorati e tra questi il caso di un “addio al celibato”. Uno degli spacciatori arrestati per l’occasione aveva messo a disposizione degli ospiti cento grammi di cocaina, ritenendolo evidentemente un “investimento”.
Gli spacciatori erano conosciuti dagli acquirenti solo con i loro appellativi dialettali (“Baby Ciccio”, “Totò U Miricanu”, “Ranetta”) e con questi soprannomi conversavano tra loro al telefono. Le dosi erano chiamate in codice “orologi”, “pantaloni”, “sfincionello piccolo” per l’hashish e “sfincionello grosso” per la cocaina. (gds.it)
[nggallery id=15]