Il Tribunale di Palermo ha affidato alla ditta Calì dell’imprenditore Gianluca Calì, un Hammer nero, sequestrato alle cosche palermitane. Il fuoristrada, del valore di 120.000 euro, è stato affidato in conto vendita.
La vendita dell’Hammer sequestrato, permetterà allo Stato di rientrare in possesso di parte di quanto gli è stato sottratto, togliendola indirettamente alla collettività.
Si tratta di un segnale certamente positivo, nei confronti di un imprenditore che ha denunciato il racket del pizzo.
Calì, lo ricordiamo, nel 2009, a Casteldaccia, subì un attentato incendiario con il danneggiamento di 5 automobili.
L’imprenditore si trasferì ad Altavilla Milicia, dove però, qualche settimana fa subì nuove minacce.
Attorno a Calì si è messa in moto la macchina di solidarietà incredibile. Persino la squadra di calcio della Roma si è stretta attorno al giovane imprenditore e in occasione della partita con il Palermo, il capitano della formazione romano, Francesco Totti, regalò, in segno di solidarietà, la sua maglia.
“Abbiamo bisogno di segnali positivi -dice Calì-, di avere la consapevolezza che lo Stato è sempre presente ed è dalla nostra parte; dalla parte di chi vuole lavorare onestamente e si impegna per costruire una società più giusta ed equa, dove possa esserci spazio per credere ad uno sviluppo virtuoso in grado di offrire nuove opportunità di riscatto anche alle persone meno fortunate. Denunciare chi vuole prevaricare la nostra libertà è l’unica scelta possibile per chi intende vivere da “uomo libero”, mantenendo la propria dignità. Pagare il pizzo alla malavita significa favorirne lo sviluppo ed incrementarne il livello di compenetrazione nella società sana”.
Calì aggiunge di avere ricevuto tanti segnali di solidarietà dalla gente comune, dalle associazioni antiracket, da quelle cittadine, dalle Istituzioni comunali, da tutte le forze di polizia e dai magistrati che non finiremo mai di ringraziare per la loro presenza e per la loro vicinanza.
“Abbiamo avuto modo di riscontrare altissime professionalità all’interno delle forze di polizia e della magistratura, elementi questi che ci inducono a guardare al futuro con maggiore ottimismo.
Abbiamo ricevuto il sostegno di tanta gente che ci ha permesso di consolidare il nostro convincimento circa il fatto che la Sicilia è fatta di tanta gente onesta, pronta a scommettere in un futuro migliore. Così abbiamo raccolto la solidarietà delle associazioni di categoria, di “addiopizzo”, del centro Studi “Pio La Torre”, del sindaco della città di Altavilla Milicia che si è prodigato fattivamente per farci sentire la solidarietà della cittadinanza ma anche dei sindaci dei comuni limitrofi.”
Calì sottolinea che nei recenti anni (2009 e 2010) la sua ditta aveva sviluppato un fatturato superiore ai venti milioni di euro ed aveva circa 24 dipendenti. All’indomani dell’attentato del 4 aprile 2011, e anche per effetto della crisi del settore, ha riscontrato una fortissima riduzione del fatturato che non ha consentito di confermare tutti i collaboratori aziendali.
Nel corso di questi primi mesi del 2013, ha però registrato una, seppur timida, ripresa delle attività e per questo motivo ha deciso di richiamare “in servizio” due collaboratori precedentemente licenziati.